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Samassi (SU)
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Localizzazione
Stato: Italia
Regione: SARDEGNA
Provincia: Sud Sardegna
Territorio
Nome in dialetto: Samassi
Altitudine: 56.00 m s.l.m.
Superficie: 42.04 km2
Abitanti: 4795
Altre informazioni
Nome Abitanti: Samassesi (samassesus)
Patrono: San Gemiliano da Cagliari il 16 settembre
Prefisso: 070
Contatti
Email Comune: -
Telefono Comune: 070 93810225
Stemma
Gonfalone
Descrizione
Samassi è un comune italiano di 4 795 abitanti della provincia del Sud Sardegna. Dista circa 38 km da Cagliari, è attraversata dal fiume Mannu, e dalla linea ferroviaria Cagliari-Golfo Aranci.
I primi insediamenti umani a Samassi risalgono al neolitico recente, intorno al 3500 a.C. Nel suo territorio sono stati rinvenuti reperti risalenti a periodo prenuragico come asce, teste di mazza, fusoliere e oggetti di ossidiana utili alla caccia e alle attività domestiche. Sono tanti infatti i ritrovamenti casuali fatti soprattutto in regione Palaziu appartenenti alla cultura di Bonnannaro o a quella Monte Claro. Di particolare risonanza fu il ritrovamento, in località Sa Mandara, di due idoli raffiguranti la Dea Madre, probabilmente appartenenti alla cultura di Ozieri, ora esposti al Museo Archeologico di Cagliari.
La località Palamuras, secondo la tradizione paesana, sarebbe stata sede di un vasto insediamento sui resti di una più antica civiltà prenuragica. In località Stani sono chiaramente visibili sul terreno gli avanzi di un nuraghe, nel quale sono stati rinvenuti un pugnale di rame e una torretta nuragica in arenaria bianca. Altro nuraghe meritevole di attenzione è quello tuttora esistente in località Sa Uga. Sono infatti evidenti due filari di arenaria sbozzata, nonostante i mezzi agricoli abbiano modificato notevolmente la struttura superficiale del terreno.
Nelle località Palamuras, Stani, Staineddu, Palatziu, Sa Uga, Santa Maria, Perda Mois sono stati ritrovati numerosi resti di villaggi e sepolcreti che documentano ampiamente il passaggio della civiltà romana. Samassi quindi diventa in epoca romana una delle comunità rurali del Campidano; l’intera zona agricola samassese permetteva di acquisire ingenti quantitativi di grano e cereali.
In periodo medievale, il territorio di Samassi faceva parte della curatoria di Gippi, nel Giudicato di Cagliari. Alla caduta del giudicato (1258) entrò a far parte del dominio pisano, e dal 1324 passò sotto il dominio aragonese. Quando gli aragonesi nel 1355 tennero a Cagliari il primo parlamento sardo, Samassi vi inviò i propri rappresentanti. Successivamente divenne un feudo. Nel 1736 formò con Serrenti un marchesato, e il primo marchese fu Antonio Simon Squinto. Dai Simon la signoria passò ai Ricca di Castelvecchio, ai quali fu riscattato nel 1839 con la soppressione del sistema feudale.
Fatto storico di particolare importanza è l'inondazione del 17 novembre 1898 rimasta nella memoria popolare con la denominazione "S'Annu 'e s'unda" (L'anno dell'onda). L'esondazione arrecò gravissimi danni al paese, ma non provocò alcuna vittima tra gli abitanti. Questo fatto accrebbe la devozione San Geminiano dei samassesi, che in tale data istituirono una festa votiva denominata "Santu Millaneddu".
I primi insediamenti umani a Samassi risalgono al neolitico recente, intorno al 3500 a.C. Nel suo territorio sono stati rinvenuti reperti risalenti a periodo prenuragico come asce, teste di mazza, fusoliere e oggetti di ossidiana utili alla caccia e alle attività domestiche. Sono tanti infatti i ritrovamenti casuali fatti soprattutto in regione Palaziu appartenenti alla cultura di Bonnannaro o a quella Monte Claro. Di particolare risonanza fu il ritrovamento, in località Sa Mandara, di due idoli raffiguranti la Dea Madre, probabilmente appartenenti alla cultura di Ozieri, ora esposti al Museo Archeologico di Cagliari.
La località Palamuras, secondo la tradizione paesana, sarebbe stata sede di un vasto insediamento sui resti di una più antica civiltà prenuragica. In località Stani sono chiaramente visibili sul terreno gli avanzi di un nuraghe, nel quale sono stati rinvenuti un pugnale di rame e una torretta nuragica in arenaria bianca. Altro nuraghe meritevole di attenzione è quello tuttora esistente in località Sa Uga. Sono infatti evidenti due filari di arenaria sbozzata, nonostante i mezzi agricoli abbiano modificato notevolmente la struttura superficiale del terreno.
Nelle località Palamuras, Stani, Staineddu, Palatziu, Sa Uga, Santa Maria, Perda Mois sono stati ritrovati numerosi resti di villaggi e sepolcreti che documentano ampiamente il passaggio della civiltà romana. Samassi quindi diventa in epoca romana una delle comunità rurali del Campidano; l’intera zona agricola samassese permetteva di acquisire ingenti quantitativi di grano e cereali.
In periodo medievale, il territorio di Samassi faceva parte della curatoria di Gippi, nel Giudicato di Cagliari. Alla caduta del giudicato (1258) entrò a far parte del dominio pisano, e dal 1324 passò sotto il dominio aragonese. Quando gli aragonesi nel 1355 tennero a Cagliari il primo parlamento sardo, Samassi vi inviò i propri rappresentanti. Successivamente divenne un feudo. Nel 1736 formò con Serrenti un marchesato, e il primo marchese fu Antonio Simon Squinto. Dai Simon la signoria passò ai Ricca di Castelvecchio, ai quali fu riscattato nel 1839 con la soppressione del sistema feudale.
Fatto storico di particolare importanza è l'inondazione del 17 novembre 1898 rimasta nella memoria popolare con la denominazione "S'Annu 'e s'unda" (L'anno dell'onda). L'esondazione arrecò gravissimi danni al paese, ma non provocò alcuna vittima tra gli abitanti. Questo fatto accrebbe la devozione San Geminiano dei samassesi, che in tale data istituirono una festa votiva denominata "Santu Millaneddu".