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Fonni (NU)
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Localizzazione
Stato: Italia
Regione: SARDEGNA
Provincia: Nuoro
Territorio
Nome in dialetto: Onne
Altitudine: 1000.00 m s.l.m.
Superficie: 112.27 km2
Abitanti: 3827
Altre informazioni
Nome Abitanti: Fonnesi (onnesos/fonnesos)
Patrono: San Giovanni Battista il 24 Giugno
Prefisso: 0784
Stemma
Descrizione
Fonni ('Onne, Honne o Fonne in sardo[3]) è un comune di 3 717 abitanti della provincia di Nuoro.
Si trova nell'antica subregione storica della Barbagia di Ollolai della quale rappresenta il centro più importante.
L'area fu abitata in epoca prenuragica, nuragica (presenza di tombe dei giganti e nuraghi) e romana, nella quale fu fondata la mansio (stazione di posta) Sarabensis.
Nel medioevo appartenne al Giudicato di Arborea e fece parte della curatoria della Barbagia di Ollolai. Alla caduta del giudicato (1420), passò sotto il dominio del marchesato di Oristano, per poi passare sotto la dominazione aragonese (1478). Nel 1604 fu incorporato nel ducato di Mandas, feudo dei Maza e poi dei Tellez-Giron. Nel 1708, per iniziativa del padre Pacifico Guiso Pirella, venne edificato il santuario della Beata Vergine dei Martiri presso il convento dei Padri Minori Osservanti. Nel 1821 il paese fu teatro di moti dei pastori contro l'Editto delle Chiudende (emanato l'anno prima dal re di Sardegna Vittorio Emanuele I). Il paese fu riscattato agli ultimi feudatari nel 1839 con la soppressione del sistema feudale.
Si trova nell'antica subregione storica della Barbagia di Ollolai della quale rappresenta il centro più importante.
L'area fu abitata in epoca prenuragica, nuragica (presenza di tombe dei giganti e nuraghi) e romana, nella quale fu fondata la mansio (stazione di posta) Sarabensis.
Nel medioevo appartenne al Giudicato di Arborea e fece parte della curatoria della Barbagia di Ollolai. Alla caduta del giudicato (1420), passò sotto il dominio del marchesato di Oristano, per poi passare sotto la dominazione aragonese (1478). Nel 1604 fu incorporato nel ducato di Mandas, feudo dei Maza e poi dei Tellez-Giron. Nel 1708, per iniziativa del padre Pacifico Guiso Pirella, venne edificato il santuario della Beata Vergine dei Martiri presso il convento dei Padri Minori Osservanti. Nel 1821 il paese fu teatro di moti dei pastori contro l'Editto delle Chiudende (emanato l'anno prima dal re di Sardegna Vittorio Emanuele I). Il paese fu riscattato agli ultimi feudatari nel 1839 con la soppressione del sistema feudale.