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Ollolai (NU)

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Localizzazione

Stato: Italia
Regione: SARDEGNA
Provincia: Nuoro

Territorio

Nome in dialetto: Ollolai
Altitudine: 920.00 m s.l.m.
Superficie: 27.00 km2
Abitanti: 1216

Altre informazioni

Nome Abitanti: Lllolaesi (ollolaèsos)
Patrono: San Michele Arcangelo il 29 settembre
Prefisso: 0784

Contatti

Email Comune: [email protected]
Telefono Comune: 0784 51051

Stemma

Descrizione

Ollolai è un comune italiano di 1 216 abitanti della provincia di Nuoro in Sardegna. Antica sede di curatoria e centro principale dell'omonima Barbagia, il suo territorio si estende su una superficie di 2 734 ettari. Posto a 920 metri di quota, è il secondo comune più elevato della Sardegna.

Sul monte di Santu Basili ci sono le radici del paese. Qui infatti si hanno testimonianze dei primi insediamenti umani risalenti al 4000 a.C. Successivamente a queste genti si unirono clan di nuragici fuggiaschi delle pianure del Campidano per sottrarsi all'invasore Cartaginese: gli Iolaesi, il cui nome, nel tempo mutò in Iliesi. Da essi avrebbe avuto origine il paese.

Oltre a Santu Basili, vari reperti sono stati trovati nelle località di Sinasi, Su Trihinzu, Puzone, S'Enucrarzu, Sa 'Erina, Sos Molinos, Donniheddu (di origine giudicale), Sos Gadones, Moroniai, Orrocohina.

Gli abitanti della Barbagia di Ollolai (chiamata così in quanto il paese, sede di curatoria in epoca giudicale, doveva esserne il centro più importante) praticavano ancora il paganesimo, mentre nelle pianure della Sardegna il Cristianesimo si era rapidamente imposto (IV secolo).

L'imperatore bizantino Maurizio, comprendendo che il dominio non sarebbe mai stato completo fino a che i Barbaricini fossero rimasti autonomi, chiese l'intervento di papa Gregorio I. Il pontefice si rivolse allora al capo dei barbaricini, Ospitone, che viveva, secondo la leggenda, sui monti di Santu Basili. Si rivolse a lui in quanto questi si era già convertito alla religione cristiana, per aiutare o quanto meno non ostacolare l'opera missionaria dei suoi inviati Felice e Ciriaco.

Durante il periodo giudicale, della curatoria di Ollolai del giudicato di Arborea, anticamente, facevano parte i comuni di Gavoi, Lodine, Fonni, Ovodda, Olzai, Mamoiada, Teti, Austis, Tiana. In un secondo momento, vennero integrati Orgosolo e Oliena

Evento cruciale nella storia dell'antica capitale della Barbagia, fu l'incendio del 5 agosto 1490, che distrusse gran parte dei rioni del villaggio. Le cause del disastro furono viste nella Disamistade di quegli anni tra le due famiglie più potenti del paese, gli Arbau e i Ladu, i primi erano favorevoli agli Aragonesi, i secondi parteggiavano per Arborea. Accadde che un figlio dei Ladu, che i frati francescani istruivano con cura, venne ucciso e il suo corpo fu ritrovato nel pozzo dell'orto del convento. Del delitto probabilmente imputabile agli Arbau, vennero accusati i frati che, abbandonando in tutta fretta il villaggio, portarono con loro solo un pregevole Crocifisso ligneo, ancora oggi conservato nella Cattedrale di Santa Giusta a qualche chilometro da Oristano. Due giorni dopo la loro partenza, si scatenò improvvisamente l'incendio che la leggenda attribuisce alla maledizione lanciata dai frati che, nel partire per non più tornare, del paese batterono anche la polvere dai calzari, affinché niente andasse con loro. È molto più probabile che l'incendio fosse dovuto a una rappresaglia contro gli ollolaesi, ancora fedeli alla ormai estinta casata degli Arborea a cui i francescani erano legati.

Secondo la tradizione orale, dei sette vicinati dell'antica capitale della omonima Barbagia: Ollolai, su Trihinzu, Moroniai, Donniheddu, Mirisone, Orrocohina, Su ‘e Pezzi (citati anche da Vittorio Angius), protetto dal Santo patrono, non scampò che il primo.Ricostruito il paese, nel 1604 fu incorporato dagli aragonesi nel ducato di Mandas, feudo dei Maza. In epoca sabauda la signoria passò ai Tellez-Giron d'Alcantara, ai quali fu riscattato nel 1839 con la soppressione del sistema feudale.

Nel 2015, l'amministrazione comunale ha iniziato un programma di ripopolamento incentrato sulla vendita di case del centro storico al prezzo simbolico di 1 € a chi rispetti alcuni obblighi, fra cui quelli di restaurarle e di mantenerle per almeno 5 anni.

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