spiagge sardegna, turismo sardegna e sud sardegna

ACQUISTA QUESTO SPAZIO

ACQUISTA QUESTO SPAZIO


Localizzazione

Stato: Italia
Regione: SARDEGNA
Provincia: Sassari

Territorio

Nome in dialetto: Nùjvi
Altitudine: 478.00 m s.l.m.
Superficie: 67.38 km2
Abitanti: 2683

Altre informazioni

Nome Abitanti: Nulvesi (nujvesos)
Patrono: Maria SS. Assunta il 15 agosto
Prefisso: 079

Contatti

Email Comune: -
Telefono Comune: 079 5779010

Stemma

Gonfalone

Descrizione

di Giomaria Manconi - Pubblicazione tratta dalla rivista "L'Anglona"
Nulvi è posto alle pendici del Monte San Lorenzo da cui si può ammirare larga parte dell’Anglona, una delle regioni “storiche” della Sardegna il cui territorio è attualmente oggetto di indagine da parte di vari studiosi dell’Università di Sassari e tema di svariate tesi di laurea. Dalle prime testimonianze scritte, databili intorno all’anno mille, risulta infatti che Nulvi appartenne al Giudicato di Torres (o Logudoro) ed in particolare alla “curatoria” dell`Anglona insieme a paesi come Bulzi, Castelsardo, Chiaramonti, Erula Laerru, Martis, Perfugas, Sedini, Viddalba, ecc.., rivestendone anche il ruolo di “capoluogo” allorquando, nel 1448, si concluse la storia delle “signorie” dei Doria in Sardegna. Nel 1420, infatti, la sottomissione dell`Isola alla Corona d`Aragona non fu completa; resistevano strenuamente due sole città: Oristano e Castelgenovese, l`attuale Castelsardo (M. Tidore e M. R. Solinas in "Modelli di turismo in Sardegna" a cura di Antonietta Mazzette). In essa si era rifugiato Nicolo’ Doria e la posizione strategica della città gli permise di resistere a lungo ai ripetuti assedi catalani: la resa avvenne solo nel 1448 e gli Aragonesi, forse per punire tanta resistenza, preferirono organizzare il nuovo sistema amministrativo attorno alla "villa" di Nulvi che assunse perciò la leadership della regione. Leadership che nel corso dei secoli è andata vieppiù venendo meno non soltanto a causa del carattere un po’ “acerbo” dei suoi abitanti. Scriveva infatti il Casalis nel suo monumentale "Dizionario degli Stati di S.M. il Re di Sardegna" nella prima metà dell’800: " …i nulvesi …sono nel genere laboriosissimi e buoni uomini, ma restii al progresso, né si lasciano facilmente dismuovere dalle consuetudini…", ma anche e soprattutto a causa dell`isolamento fisico, che potremmo definire "atavico", dovuto proprio alla mancanza di vie di comunicazione e comunque, di sistemi infrastrutturali che ne impediscono di fatto il decollo e lo sviluppo socio-economico come invece è avvenuto per le zone costiere della Sardegna. Ma se il particolare carattere della popolazione di Nulvi, poco incline ai cambiamenti e legata alla tradizione, hanno da una parte portato il paese a perdere il suo posto centrale in Anglona, ad isolarlo e farlo chiudere in se stesso, dall`altra invece, questo carattere chiuso e legato ai propri usi e costumi ha fatto arrivare ancora integre e del tutto uguali a centinaia di anni fa le tradizioni civili e religiose più importanti. Oltre ai candelieri e ai riti della settimana santa, infatti, Nulvi è uno dei pochi paesi in Sardegna a sfilare col costume originale. Ancora il Casalis, raccogliendo le testimonianze dell`Angius, ci descrive un paese molto attivo e centrale in Anglona per ricchezza e servizi. A metà del 1800 infatti l`Angius dice di Nulvi che era un “…borgo della Sardegna, nella Provincia e Prefettura di Sassari, Capoluogo del Mandamento e Principato dell’Anglona e antico Dipartimento del Logudoro…”. La scuola primaria era frequentata da circa 35 alunni (numero rispettabile se paragonato ai tempi), e solo pochi decenni dopo, nel 1884, fu inaugurata la prima Scuola pratica di Agricoltura della Sardegna che trovò sede presso il convento di Santa Tecla, lo stesso edificio che fu poi “Asilo Infantile Fiori”. Oggi Nulvi conta poco più di tremila abitanti.

Il territorio

Il territorio di Nulvi è caratterizzato da una massiccia presenza di nuraghi, siti archeologici e di luoghi di culto, sia all’interno dell’abitato che in tutto l’agro; fattore  che avvalora la tesi di una località un tempo molto fertile e densamente popolata.
Nulvi infatti è il paese che in rapporto all’estensione del territorio può vantare il maggior numero di nuraghi (tra i 70 e i 100), tra cui alcuni siti di particolare interesse come il Nuraghe “Alvu”, quadrilobato e costruito in pietre squadrate bianche attorno al quale si notano numerose costruzioni. Nuraghe “Orria”, nei cui pressi si trova anche la tomba dei Giganti di Monte Orria, parte integrante di una vera e propria  necropoli. Il Pozzo Sacro e il Nuraghe “Irru”.
Questi Tesori fanno pensare ad una massiccia presenza di uomini già in età prenuragica e nuragica, mentre i conventi e le chiese (nel suo territorio se ne contano almeno 25) ci dimostrano che il fermento di attività continuò fino all’insediamento monastico ed oltre.
La chiesa di San Giovanni, che ormai è inglobata all’interno dell’abitato, fondata attorno al 1100 e ricostruita interamente nel 1600 dai Francescani fu abbandonata per il Convento di Santa Tecla. La Santa Tecla dei miracoli, “Cunventu ‘e giosso” per i nulvesi, è un complesso monastico con annessa la chiesa, nato probabilmente nel 700 come eremo e oggetto di diversi racconti circa i miracoli della campana – che appunto richiamò nel 1604 i monaci di San Giovanni – e quello della Madonna del rimedio che parlando dal quadro della chiesa nel 1652 portò conforto alla popolazione che moriva di peste. La grande importanza che ha avuto questo convento è dimostrata oltre che dai pregevoli dipinti su tela (di cui uno dell’esule fiorentino di formazione tardo manierista Bacio Gorini), dalla presenza della Porta Santa.
Altro Complesso monasteriale con annessa Chiesa è quello di San Bonaventura dove vissero i Minori conventuali; la Chiesa (nota anche come Chiesa di San Sebastiano) presenta caratteristiche analoghe alla Chiesa di Santa Tecla, con i suoi pregevoli altari lignei policromi di foggia tardo barocca, come del resto ci si può aspettare dalle tipologie prescelte dai frati.
Fra le chiese all’interno dell’abitato spicca, per antichità e ricchezza di ornamenti dei suoi numerosi altari, la Chiesa parrocchiale dell’Assunta, titolo che le venne assegnato nel 1605 circa, dopo che già dal XIII e fino al XVII secolo fu sede delle corporazioni del lavoro e probabilmente ebbe anche funzione di oratorio.
Grande importanza riveste altresì la Chiesa dell’Oratorio di Santa Croce dove, oltre alla semplicità dell’impostazione strutturale – (che appare molto prossima a quella della Chiesa del Rosario, posta al centro del paese quasi a fianco della Parrocchiale) – è presente un sepolcro dove viene conservato il simulacro del Cristo utilizzato per i vari riti della Settimana Santa – culminanti oltre che nel tradizionale rito de “S’Iscravamentu” – anche nell’ormai secolare rito de “S’Incontru”, momento in cui la Madonna, portata a spalla dagli Apostoli, incontra il Cristo Risorto, portato invece a spalla dai Confratelli della Confraternita Santa Croce.
La ricchezza delle chiese di Nulvi comprende un altro oratorio sito nei pressi della Chiesa Parrocchiale: si tratta della Chiesa di San Filippo Neri che, attualmente sconsacrata, custodisce per tutto l’anno i Candelieri, enormi strutture a forma di tabernacolo che in occasione della Festa dell’Assunta, che si tiene tutti gli anni a Ferragosto, vengono portati in processione per le vie del paese in segno di ex voto fatto per far cessare una pestilenza che nel XII° secolo imperversò nel territorio di Nulvi ed in tutta la Sardegna, mietendo migliaia di vittime.  La festa dei Candelieri che si tiene a Nulvi, a detta degli studiosi, è tra le più antiche dell’isola (per altre notizie sui Candelieri vedi “L’Anglona” n.3).
Oltre alle numerose chiese ubicate nel centro urbano, come si riferiva innanzi, Nulvi è particolarmente ricco di chiesette rupestri che presentano un diverso stato di conservazione a seconda della lontananza dal centro abitato, ma sicuramente tutte, necessitano di urgentissimi interventi di restauro e recupero, per evitare dei crolli che danneggerebbero irrimediabilmente le strutture portanti delle Chiese medesime.
Fra tutte, ma non uniche, spiccano quella di Sant’Antonio Abate a due chilometri circa dall’abitato e risalente al 1600 circa; quella dello Spirito Santo, in località Colondras e quella di San Lussorio vicinissime fra di loro.
Oltre a queste, il territorio di Nulvi reca le testimonianze della presenza di numerosissime altre Chiese che, a vario titolo, hanno accompagnato la storia e la cultura della popolazione nulvese nell’arco dei secoli: la Chiesa di “Nostra Signora di Monte Alma”, posta su un colle a 4 chilometri circa dall’abitato e assurta ormai a vero e proprio simbolo della cittadina; ed ancora i resti di una Chiesa intitolata a Santa Lucia in località omonima, etc…

0 Da visitare
Paesi nelle vicinanze

Santa Maria Coghinas

Laerru

Tergu

Codrongianos

Siligo

Erula

Da visitare nelle vicinanze

Castello dei Doria Chiaramonti

Chiesa parrocchiale di San Lorenzo

Domus de Janas S'Adde 'e Asile

La domus de janas

Chiesa della Madonna del Rosario

Sant'Antonio Abate