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Ovodda (NU)
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Localizzazione
Stato: Italia
Regione: SARDEGNA
Provincia: Nuoro
Territorio
Nome in dialetto: Ovòdda
Altitudine: 751.00 m s.l.m.
Superficie: 40.85 km2
Abitanti: 1537
Altre informazioni
Nome Abitanti: Ovoddesi (ovoddesos)
Patrono: San Giorgio Martire il 23 aprile
Prefisso: 0784
Stemma
Gonfalone
Descrizione
Ovodda (Ovòdda o Odda in sardo) è un comune italiano di 1537 abitanti situato nella provincia di Nuoro in Sardegna.
Il toponimo di Ovodda (derivato dagli originari "Ofòlla", “Ofholla” e "Ovolla") è di origine oscura, verosimilmente legato alla serie dei nomi locali protosardi o latini.
L'area fu abitata già sin dalle epoche neolitica, prenuragica e nuragica, testimoniate dalla presenza sul territorio di alcuni menhir o “Predas fhittas”, “Tombe di giganti”, numerose domus de janas e nuraghi con circostanti resti di insediamenti (1800 - 600 a.c).
Nel medioevo appartenne al giudicato di Arborea e fece parte della curatoria della Barbagia di Ollolai. Alla caduta del giudicato (1420) passò sotto il dominio aragonese e divenne un feudo.
Questo nel 1604 fu incorporato nel ducato di Mandas, che appartenne prima ai feudatari Maza e poi ai Tellez-Giron d'Alcantara, ai quali fu riscattato nel 1839 con la soppressione del sistema feudale voluta dai Savoia.
Parte del suo attuale territorio comunale apparteneva al villaggio di Oleri, situato tra Ovodda e Gavoi presso l'attuale chiesa rurale di San Pietro. Intorno alla prima metà del XV secolo Oleri venne colpito dalla peste, e i suoi abitanti si trasferirono a Ovodda, come testimoniato da un documento, già rilevato dal canonico Spano, in cui nel 1473, in presenza del marchese di Oristano donnu Leonardo Alagon, i villaggi di Ovodda e Gavoi si spartirono il territorio del villaggio ormai spopolato, in presenza di donnu Andria Mele, uno dei suoi ultimi abitanti.
Il toponimo di Ovodda (derivato dagli originari "Ofòlla", “Ofholla” e "Ovolla") è di origine oscura, verosimilmente legato alla serie dei nomi locali protosardi o latini.
L'area fu abitata già sin dalle epoche neolitica, prenuragica e nuragica, testimoniate dalla presenza sul territorio di alcuni menhir o “Predas fhittas”, “Tombe di giganti”, numerose domus de janas e nuraghi con circostanti resti di insediamenti (1800 - 600 a.c).
Nel medioevo appartenne al giudicato di Arborea e fece parte della curatoria della Barbagia di Ollolai. Alla caduta del giudicato (1420) passò sotto il dominio aragonese e divenne un feudo.
Questo nel 1604 fu incorporato nel ducato di Mandas, che appartenne prima ai feudatari Maza e poi ai Tellez-Giron d'Alcantara, ai quali fu riscattato nel 1839 con la soppressione del sistema feudale voluta dai Savoia.
Parte del suo attuale territorio comunale apparteneva al villaggio di Oleri, situato tra Ovodda e Gavoi presso l'attuale chiesa rurale di San Pietro. Intorno alla prima metà del XV secolo Oleri venne colpito dalla peste, e i suoi abitanti si trasferirono a Ovodda, come testimoniato da un documento, già rilevato dal canonico Spano, in cui nel 1473, in presenza del marchese di Oristano donnu Leonardo Alagon, i villaggi di Ovodda e Gavoi si spartirono il territorio del villaggio ormai spopolato, in presenza di donnu Andria Mele, uno dei suoi ultimi abitanti.