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Le mucche del Sinis

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Le mucche del Sinis

Narra la leggenda che molti anni orsono un povero contadino di Cabras, essendo stanco di patire la fame, si fosse rivolto ad una jana che viveva sulla montagna di Sinis perché lo rendesse ricco.
Commossa dalle preghiere dell'uomo, la magica creatura si era librata in aria, posandosi in cima al nuraghe in cui dimorava. Poi aveva estratto dalla tasca del suo grembiule un pugno di frumento e lo aveva sparso tutt'intorno. Toccando il terreno, i chicchi di frumento si erano trasformati in altrettante vacche nere che, non appena comparse, avevano partorito ognuna un vitellino dello stesso colore. Raggiante di gioia, il contadino aveva ringraziato di cuore la fata ed era tornato a Cabras con l'imponente mandria.
Il poveretto, però, non aveva fatto in tempo a raggiungere la sua abitazione, che già tutte le mucche erano scomparse.
A dire di alcuni era successo che il diavolo le aveva rubate, approfittando del loro pelame nero come la pece che le confondeva con l'oscurità della notte. Secondo altri, invece, le mucche svanivano nel nulla, perché le magie delle janas, diversamente dai miracoli dei santi, sono destinati a non durare troppo a lungo.
Fatto sta che il contadino tornò dalla jana e si lamentò per quello che era successo. Lei allora, tornò di nuovo ad innalzarsi fino alla cima del nuraghe, ripetendo ancora l'incantesimo dei chicchi di frumento. Poi spiegò al contadino quel che avrebbe dovuto fare per impedire alle bestie di svanire un'altra volta. "Ebbene" gli disse "se non vuoi che le vacche spariscano, toccale con la mano, e fa loro sulla schiena un segno di croce". Poi gli rivelò qual era la sacra preghiera della croce che doveva recitare nel compiere l'operazione. Il contadino obbedì e sul pelame nero di ognuna delle mucche comparve miracolosamente una vistosa croce bianca.
Da allora le vacche fatate non scomparvero più. Anzi, dalle parti di Cabras c'è chi giura che la mandria della jana esiste ancora, perché si era recitata la preghiera della croce e vi si era posto mano, rendendo in questo modo le bestie immortali.