Al santo spagnolo è dedicata la chiesa in stile aragonese-rustico che nasce nel 1704 per volontà del teologo Salvatore Pisano.
La chiesa di San Vincenzo Ferreri, per titolo di fondazione, possedeva il diritto di Patronato e lo “jus sepeliendi”, cioè il diritto di sepoltura, per cui all’interno della chiesa potevano costruirsi le tombe per i soli discendenti ed ascendenti della famiglia del fondatore.
La facciata presenta un portale con antichi fregi oramai deteriorati e falsa lunetta lavorata a modanature. Nella parte alta del prospetto frontale, unico elemento ornamentale è un rosone a sguanci inserito in un semplice fastigio ricurvo alle cui estremità sono posti due monoliti sferici sormontati da cuspide. Un interessante campanile a vela biluce, con monofore a sesto acuto e linea superiore definita da una cornice modanata, è posizionato su un’opera muraria affiancata al lato destro dell’edificio.
Nel sagrato è stata individuata un’area cimiteriale ed un ossario.
Il santo viene festeggiato dalla popolazione orrolese l’ultima domenica di settembre: in occasione della festa è prevista una messa in cui viene ricordata la vita del santo e una processione in suo onore compiuta di sabato sera: nella chiesa erano presenti due statue del santo, la più piccola veniva portata in processione mentre la più grande veniva sfirata dai fedeli quanfo si desiderava porre fine a lunghi periodi di siccità. I festeggiamenti “laici” hanno già inizio il giorno primae si concludono la sera della domenica. Le serate sono allietate da attrazioni musicali e talvolta da spettacoli pirotecnici.
Chi ha vissuto la sua giovinezza negli anni centrali del Novecento ricorda dei festeggiamenti ancora più grandiosi di quelli odierni: iniziate il sabato sera attraverso la messa e la processione, le celebrazioni si protraevano talvolta fino al martedì successivo, all’occasione ci si preparava mediante nove giorni di preghiera, la novena.
Era contemplata la figura di un obriere, di sesso maschile, che, a differenza di quanto accade attualmente, non compiva alcuna questua.
Caratteristici dei festeggiamenti erano i balli in piazza e la presenza delle bancarelle, i piaceri de is paradasa e la corsa degli asinelli.