Chiesa di San Nicola Un altro importante esempio della frequentazione umana nel passato del territorio orrolese è data dalla chiesa di S. Nicola. Situata nella periferia del rione più antico dl paese, al centro di una vasta area ricchissima di emergenze archeologiche, delle quali allo stato attuale è visibile solo il nuraghe omonimo, parzialmente interrato e inglobato nell'antico tessuto urbano. La tradizione vuole che la chiesa sia stata la prima chiesa parrocchiale di Orroli, mantiene questo ruolo fino al Cinquecento quando con l’aumento demografico e l’espansione dell’abitato non è più in grado di assolvere alle sue funzioni. A questo periodo infatti risale la costruzione dell’attuale parrocchiale S. Vincenzo Martire. Nel XVI secolo la chiesa con un una ristrutturazione viene modificata in alcune parti essenziali per assumere l’aspetto finale: la facciata, sormontata da un campaniletto, dotata di tre ingressi, è caratterizzata da un ampio protiro. All’intero, la chiesa si articola in tre navate abbastanza amplie, dotate di copertura lignea a capriate e delimitate da arconi a tutto sesto; il presbiterio, leggermente rialzato rispetto al piano delle navate, ha un altare semplice impreziosito dalla presenza dei simulacri di due leoni di pregevole fattura, poste alla base dello stesso. Nel corso degli ultimi interventi di restauro lo smantellamento della pavimentazione ha permesso l’individuazione di strutture preesistenti: un edificio di epoca altomedioevale realizzato su costruzione murarie del periodo nuragico, per poi arrivare all’individuazione del perimetro di un primo tempio cristiano del VI secolo da cui con successivi ampliamenti è derivata la struttura attuale.
Il santo viene festeggiato due volte nel corso dell’anno: il 6 dicembre e il 25 maggio. Il culto per il santo ha origini antiche, e nella prima metà del ùNovecento coinvolgeva quasi 100 cavalli e 30/40 buoi aggiogati, con grande partecipazione anche dai paesi vicini, con balli nel sagrato della festa per tutta la serata del 25 maggio.. la buona riuscita dei festeggiamenti era affidata a un capobriere, di sesso maschile, che provvedeva all’ organizzazione dei balli e alla distribuzione di dolci e caffè a coloro che partecipavan alla processione. Durante i festeggiamenti aveva luogo una fiera che col passare del tempo ha lasciato il posto a un numero sempre minore di bancarelle di dolciumi. Negli ultimi anni invece la festa di san Nicola ritrova le sue origini attraverso la disposizioni nel rione omonimo di bancarelle che espongono prodotti artigianali del paese, degustazioni, e attraverso le processioni a cui prendono parte gruppi folk e medievali.
I festeggiamenti di dicembre hanno sempre avuto invece un tono minore; la notte tra il 5 e il 6 nel piazzale della chiesa veniva acceso un falò con legna donata dai volontari del paese mentre il giorno succesivo il santo veniva portato in processione ma senza la partecipazione di cavalieri né buoi.