La necropoli di Ispiluncas è una delle più grandi necropoli ipogeiche della Sardegna, situata a circa tre chilometri di distanza dal comune di Sedilo, non lontano dal complesso archeologico di Iloi. Vi si giunge dopo poche centinaia di metri attraverso un sentiero immerso nella vegetazione. Sono state contate 33 tombe scavate nel tufo distinte in due gruppi distanti tra loro circa 200 metri ma se ne possono visitate circa una decina poiché molte sono interrate o comunque in pessimo stato di conservazione.
Purtroppo la fitta vegetazione non permette di individuare dettagliatamente la distribuzione delle domus. Le sepolture presentano planimetrie differenti; si possono osservare tombe con sviluppo pluricellulare ed altre con impianto molto semplice. Tra le tombe, quelle finora visitabili internamente sono la 2 e la 3.
La tomba 2, situata nel settore nord-orientale della necropoli, è di tipo pluricellulare ed è articolata in tredici ambienti.
Il dromos è delimitato da pareti verticali; il pavimento appare leggermente inclinato verso l'esterno. L'estremità superiore del corridoio termina in un breve spazio rettangolare protetto da una copertura a all'ingiù, con pareti verticali sulle quali, nel lato di sinistra, si apre una nicchia di forma quadrangolare. Il portello d'accesso all'ipogeo è rettangolare, orientato a sud-est; all'interno dell'ambiente si possono osservare due stipiti dell'architrave in rilievo. Il soffitto è inclinato a unico spiovente in direzione dell'ingresso, al contrario in corrispondenza della parete di fondo assume doppia inclinazione. Nel punto più alto della copertura, è presente una lunetta semi-circolare (realizzata in basso rilievo) all'esterno della quale è stata scolpita la rappresentazione di un trave che percorre il soffitto spiovente sino quasi all'ingresso. Nell'angolo sinistro del vano è presente una lesena in rilievo con evidenti tracce di pittura rossa. In questo vano, definito anche anticella, si aprono due portelli:
- il primo si trova al centro della parete, riquadrato da una doppia cornice ed immette in un altro vano piccolo con mura e soffitto curvilineo che ha a sua volta, nella parete sinistra, un portello che introduce ad un'altra cella laterale;
- il secondo si trova sulla parete destra e collega l'anticella ad altri otto vani orientali. La domus 2 è stata impiegata fino all'età alto-medievale.
La tomba 3 è anch'essa di tipo pluricellulare ed ha il dromos di accesso munito di due nicchiette laterali, senza anticella e con la disposizione dei vani secondari intorno ad un ambiente centrale quadrangolare di dimensioni maggiori. L'impianto originario di questa tomba ha subito delle modifiche in tempi successivi; ciò è distinguibile nella minore precisione dedicata alle rifiniture. Anche questa domus è stata utilizzata fino all'Alto Medioevo.
Tra i reperti recuperati nella necropoli si evidenzia un frammento di vaso a collo (rinvenuto nella tomba 32, ancora non agibile) con incisa sopra una figura antropo-zoomorfa e riconducibile alla cultura di Ozieri.