Da un documento redatto nel 1777 dal parroco Quirico Sanna, conservato presso l’archivio della Curia Vescovile di Nuoro, risultavano già esistenti, in quel periodo a Onifai, cinque Chiese e, più precisamente, oltre alla Chiesa Parrocchiale di San Sebastiano, vengono menzionate: la Chiesa di Santa Croce, della Vergine delle Grazie (ora inesistente), della Vergine di Loreto e di San Giorgio per le quali non si conosce né il fondatore né la data di costruzione. Si presume, che la Chiesa della Vergine di Loreto risalga al 1600.
Questa Chiesa ha sempre avuto un ruolo importante per quanto riguarda le celebrazioni liturgiche, anche perché, in passato, si organizzava ogni anno una grande festa proprio in onore della Vergine di Loreto. Come si evince, dal documento del 1777, su accennato, tale festa veniva organizzata dai gremios. I gremi, oggi scomparsi, erano importanti sodalizi, la cui istituzione precede quella delle confraternite e si colloca presumibilmente verso la metà del XV secolo, ogni gremio aveva un suo santo protettore che festeggiava con grande solennità nella commemorazione religiosa. Per questa ricorrenza, era il gremio degli scapoli ad occuparsi di tutto, dal rito religioso, all’organizzazione delle corse a cavallo, ai canti e balli popolari, che si rinnovavano fino a tarda notte, ogni anno, sul piazzale dell’omonima Chiesa. Oggi la Chiesa rappresenta la sede dell’oratorio della confraternita “ della Vergine del Carmelo”, la cui costituzione risale al 12 ottobre del 1906, come risulta dall’a tto originale conservato nell’archivio parrocchiale.
La Chiesa della Vergine di Loreto è situata nel centro abitato di Onifai, circondata da strade, a ridosso delle quali, sono costruite case in linea. La fruizione alla Chiesa avviene dall’ingresso principale situato a Sud, oppure sui lati a Est dalla strada, e a Ovest da un piccolo spazio sistemato a verde.
In un esame tecnico del 1989, relativo alla suddetta Chiesa, si riporta quanto segue:
«La Chiesa è composta da un’unica navata col presbiterio diviso dalla stessa da due balaustre. La navata centrale è coperta da una struttura lignea in ginepro su archi-diaframma a sesto acuto, sulla quale sono poste il canniccio con relativa malta di calce e tegole in argilla. Il presbiterio è coperto, invece, da una struttura muraria voltata a crociera, sulla quale poggia la copertura del tetto in coppi d’argilla. La struttura muraria, componente i setti perimetrali e i relativi contrafforti, nonché gli archi interni e l’altare è composta da pietrame e malta di calce di spessore variabile, in più parti danneggiata e sgretolata.
La Chiesa si presenta profondamente lesionata ed alterata nelle sue parti, i fronti e l’interno mostrano ristrutturazioni formali e strutturali di varie epoche. La copertura è stata più volte risistemata ed adattata, ciò nonostante si trova in pessime condizioni statiche, tanto da non permettere l’agibilità della Chiesa.
Lesioni di vario genere sono presenti su tutte le murature e sui cantoni, in particolare dove le spinte del tetto creano forze spingenti di notevole entità.
La pavimentazione, sicuramente realizzata in tempi recenti, in marmette di cemento di colore grigio e nero, presenta anch’essa varie fratture e sconnessioni, oltre a una notevole usura. Il tono bicolore e la composizione della stessa sono però di buona fattura.
Malgrado ciò, l’edificio è ancora perfettamente leggibile nelle sue parti originali e conserva intatte, incorporate nei muri, strutture ed elementi decorativi (in particolare nel presbiterio), ancora legate a tipologie del periodo di costruzione; vedasi: il braccio ligneo sulla parete a destra dell’altare, atto a mantenere un possibile lume o stendardo di qualche confraternita; i vari capitelli in muratura sugli archi-diaframma; le nicchie ricavate nell’interno della muratura sull’altare per contenere le statue sacre; lo stesso altare composto dalla “mensa”, nella quale è ricavato un foro ricoperto da una mattonella in cotto, atto a contenere reliquie; i gradoni sovrastanti lo stesso altare, nei quali è ricavato un vuoto contenente un tabernacolo ligneo verniciato con colori vivaci e, infine, l’acquasantiera posta all’ingresso principale».
Le ultime ristrutturazioni che hanno avuto come oggetto questa Chiesa risalgono proprio al 1989. Tale restauro ha permesso il recupero artistico e strutturale e la conservazione delle caratteristiche originarie del monumento.