All'epoca dell'arretramento delle popolazioni costiere in periodo d'incursioni provenienti dal mare, risale la ricostruzione nel sito attuale della chiesa rurale di Nostra Signora di Buon Cammino, che un tempo doveva trovarsi nella piana di Foddini, lungo la Strada Orientale risalente all'epoca Fenicio-punico-romana. Qui, risulta interamente nascosta al mare nonostante ne disti appena un migliaio di metri.
Nella seconda metà del Settecento, dal Prof. Michele Plazza, vi fu trovato il “cippo terminale”, un masso collocato nei muri della chiesa con sopra scolpite delle antiche iscrizioni che indicavano i confini territoriali tra gli antichi popoli, forse quel confine che oggi separa il territorio di Bari Sardo da quello di Gairo. Si suppone che, quando la chiesa fu costruita in quello che tuttora è il sito attuale fu trasportato presumibilmente dalla piana di Foddini come materiale da costruzione e collocato a fior di terra, dato il suo peso considerevole. Attorno a questo cippo gira tutta una storia, per raccontare la quale si riporta uno stralcio del testo di Don Flavio Cocco “DATI RELATIVI ALLA STORIA DEI PAESI DELLA DIOCESI D'OGLIASTRA, VOL. 1”:
«[…] Il masso doveva essere altrove ma non molto lontano, in origine; forse nella piana di Foddini ad indicare, chissà, quel confine che separa oggi il territorio di Bari Sardo da quello di Gairo o qualche altro a noi sconosciuto. Quando la chiesa fu costruita nel sito attuale sarà stato trasportato dalla piana di Foddini con tutto l'altro materiale trasportabile. Il fatto che fosse a fior di terra, come lascia supporre l'espressione usata dal professore, significa che fu collocato a quell'altezza più facile a superare, dato il suo peso rilevante. Forse si trova ancora al posto in cui lo vide il Plazza, perché costituiva una buona base per il rifacimento della chiesa operato nel 1801.
Non crea difficoltà al mio assunto di collocare nella chiesa di N. S. di Buon Cammino, che è in territorio di Gairo, quel cippo che il professor Plazza dice di aver trovato in una chiesa rurale di Barì. Al contrario, è più difficile, direi impossibile, ammettere quel che dice il professore, perché un documento ufficiale contemporaneo esclude che esistessero chiese rurali in territorio di Bari Sardo quando il professore trovò quel cippo.
Si tratta della tabella statistica, che il vescovo di allora presentò alla Santa Sede, relativa alla diocesi, che si conserva in originale nell'Archivio Segreto Vaticano e, microfilmato, presso la facoltà di Magistero dell'università di Cagliari.
Allora come oggi non esistevano chiese rurali in tutto il territorio di Bari Sardo e nella marina di Gairo, tranne quella di Nostra Signora di Buoncammino.
La si scorge appena usciti da Bari Sardo, si trova a circa cinque chilometri dall'abitato ed al solo mezzo chilometro circa dal confine.
Dista invece circa trenta chilometri da Gairo, dal cui sito non può vedersi se non dopo aver fatto, allora, oltre un'ora di strada {oggi sono circa trenta minuti}.
Chiunque allora ci fosse passato, non avrebbe trovato il confine tra i due paesi, come lo trova con difficoltà anche oggi se non consulta le carte topografiche o non chiede informazioni a qualcuno.
Ai tempi del professore tuttavia le carte topografiche non esistevano e le informazioni a portata di mano erano inquinate.
Le guide Gairesi erano infatti molto lontane e quelle di Bari Sardo non potevano dire altro, in buona o in mala fede che quella chiesa apparteneva al loro paese. Litigavano infatti da oltre un secolo per il territorio dove sorge la chiesa contro il comune di Gairo.