È il quartiere più antico della città. Delle sue strade, ciascuna con la sua chiesa, se ne ha notizia a partire dall’XI secolo. Ancor oggi, passeggiando per i suoi vicoli, si avverte la sensazione di percorrere un viaggio nella Cagliari più vera.
Il suo pettine stradale, con la Via Azuni a raccoglierle tutte, è traccia immutata della sua particolare connotazione urbanistica pre-medioevale. È il quartiere delle sette chiese: da quella di Santa Chiara con annesso il monastero, proprio sotto il bastione di Santa Croce, oggi mercato rionale alle prese con una crisi inarrestabile, a quella di San Michele, gioiello barocco del XVII secolo in cima alla Via Azuni,
cappella dei Gesuiti che cedettero il convento all’attuale Ospedale Militare, contenitore destinato alla dismissione e dal futuro incerto e inquietante. Passando, infine, per la Chiesa di San Giorgio, di cui restano alcuni contrafforti nel cortile interno del palazzo parrocchiale di Sant’Anna, sulle cui rovine belliche è stato edificato. Inaspettata, per il visitatore, l’imponente scalinata di Sant’Anna, esempio sobrio ed elegante di barocco piemontese, meno sgargiante e ampolloso del rococò ma ugualmente maestoso e imponente: una basilica nel cuore della città che svetta fra le modeste abitazioni di un quartiere che, in questa chiesa, scarica tutto il suo orgoglio cagliaritano. Nel giro di pochi metri, l’oramai chiusa al culto chiesa di Santa Restituta, oggi sede della GIOC, gli operai cattolici cui si deve l’organizzazione del Carnevale cittadino ed un’encomiabile attività presepistica, e quella incastonata in una piazzetta d’altri tempi dedicata a Sant’Efisio, il santo di Stampace prima ancora che patrono delle genti sarde.
Non c’è più traccia della chiesa di Santa Margherita, distrutta e sepolta sotto la nuova strada che collega Piazza Jenne al rione di Castello. Ma Stampace non è solo questo “giro delle sette chiese”: è respirarne gli odori, sentirne la parlata, incontrare gli artigiani del legno e del ferro, scoprire scorci impensati di una Cagliari antica della quale si corre il rischio di perdere memoria e nostalgia.