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Sagra di Sant’Efisio

Sagra di Sant’Efisio

È uno spettacolo che a Cagliari, immutato, si ripete ad ogni 1° maggio da oltre tre secoli e mezzo. Il secentesco simulacro di Sant’Efisio, patrono della Sardegna, passa nel suo cocchio regale per le strade del centro cittadino salutato da una folla di fedeli e turisti, prima di dirigersi verso Nora, luogo del suo martirio avvenuto, secondo tradizione, nel 303 dopo Cristo. È l’annuale, ininterrotto rinnovarsi di un voto solenne, Una scala ripida e stretta, aperta sull’omonima via, costituisce l’accesso moderno. A est è visibile una piccola abside rivestita di azulejos secentesche di produzione valenzana, attualmente obliterata da un altare, che sostituì, in occasione della ricerca delle reliquie dei martiri nel Seicento, quello più antico. Al lato è visibile l’antica colonna alla quale Efisio sarebbe stato legato per subire la flagellazione. Durante alcune indagini effettuate negli anni Venti, in occasione dei lavori eseguiti dalla Confraternita del Gonfalone, furono inoltre indagati due pozzi, uno poco profondo nella parete ovest, ed uno di oltre venti metri a nord dell’abside. La frequentazione dell’ambiente risalirebbe alla fine del I secolo d.C. sulla base del ritrovamento di alcune monete ed è stata messa in relazione al culto di Iside. fatto al Santo dalla Municipalità di Cagliari quando una micidiale pestilenza, nel 1652, ne decimò la popolazione. E Sant’Efisio liberò la città dalla peste. Da allora, ogni anno, al Calendimaggio, dal 1° al 4 sera, le genti della Sardegna non hanno mai mancato all’antica promessa. Oggi la processione di Sant’Efisio - che dura quattro giorni, percorre quasi cento chilometri e tocca, nel suo percorso, tutti i centri abitati da Cagliari a Nora - è un autentico trionfo della fede e della devozione popolare, ma anche del folclore e della cultura di tutta un’isola. Per l’occasione giungono a Cagliari gruppi in costume dei principali centri di ogni provincia, con oltre cinquemila figuranti che accompagneranno il Santo nel ritorno al luogo del martirio.

 

Ad aprire la sfilata sono le traccas, carri a ruota piena trainati  da un giogo di buoi, splendide per allestimento ed eleganza, ricchissime degli elementi tipici e caratteristici della cultura agraria. Quindi i cavalieri campidanesi, i miliziani nella loro tradizionale giubba rossa, scorta armata del Santo, e la Guardiania a cavallo, elegantissimi cavalieri in frac e cilindro, seguita da confratelli e consorelle in abito penitenziale. Dietro il cocchio decine di migliaia di fedeli accompagnano il Santo fino all’uscita da Cagliari: inizia solo allora il vero pellegrinaggio di fede e di devozione verso Nora, la parte meno conosciuta ma la più autentica di questa tradizione, diventata una delle più nobili pagine della storia della Sardegna.