spiagge sardegna, turismo sardegna e sud sardegna

Sardara (SU)

ACQUISTA QUESTO SPAZIO

ACQUISTA QUESTO SPAZIO


Localizzazione

Stato: Italia
Regione: SARDEGNA
Provincia: Sud Sardegna

Territorio

Nome in dialetto: Sàrdara
Altitudine: 163.00 m s.l.m.
Superficie: 56.23 km2
Abitanti: 3902

Altre informazioni

Nome Abitanti: Sardaresi (sardaresus)
Patrono: Maria SS. Assunta e Santa Maria de is Aquas il Penultimo lunedì di settembre
Prefisso: 070

Contatti

Email Comune: [email protected]
Telefono Comune: 070 934501

Stemma

Gonfalone

Descrizione

Sardara, centro di oltre 4000 abitanti, è uno dei più importanti degli oltre venti paesi della nuova provincia del Medio Campidano. Il suo centro storico, ricco di fascino ed estremamente evocativo, ci riporta indietro nel tempo; qui si ritrovano alcune delle architetture tipiche del Campidano meglio conservate e valorizzate in assoluto. Le strade, linde ed ordinate, acciottolate o lastricate, restituiscono atmosfere d'altri tempi.
Storicamente appartenente alla curatoria di Bonorzuli, si caratterizza per la presenza del castello di Monreale, sulla collina omonima, per lo stabilimento di acque termali sulle antiche thermae romane, per il complesso nuragico-fenicio-punico di Sant'Anastasia nel centro dell'abitato. Sardara è certamente nata paese rurale ed agricolo per le sue belle campagne, per la pianura che si apre da Sanluri ad Uras, insinuandosi fino a Pabillonis e San Gavino, e per il suo sistema collinare che, oltre al suo Monreale, si sviluppa fino ai confini di Mogoro, Collinas e Villanova.

Il centro abitato, che si trova ai piedi della collina di su Sibizziri, nella parte più antica, si sviluppa con un susseguirsi di costruzioni, offrendo dal poggio antistante un panorama, gradevole e luminoso. 
Il centro storico, ricco di fascino ed estremamente evocativo, ci riporta indietro nel tempo; qui si ritrovano alcune delle architetture tipiche del Campidano meglio conservate e valorizzate in assoluto, spesso realizzate con alti muri in trachite inframmezzati da inserti in mattoni in argilla di colore rossastro " ladiri". Le case a corte fanno bella mostra di se con i loro portali padronali, curati ed impreziositi con orgoglio dai proprietari. Molti, conservano ancora inciso sull’architrave il simbolo d’appartenenza corporativa come fabbri, sellai vignaioli. Le strade, linde ed ordinate, acciottolate o lastricate, ci restituiscono atmosfere d’altri tempi. 
Interessanti dal punto di vista geologico le discariche di due miniere situate in una zona poco distante dal centro abitato; attive fino a pochi decenni fa, presentano una serie di filoni di barite e fluorite incassati negli scisti di origine paleozoica.

Sicuramente, il punto di forza di Sardara è l’incredibile patrimonio archeologico, riassunto nel museo Villa Abbas, uno dei più belli della Sardegna, meta assolutamente imperdibile. 
Le chiese, alcune piccoli gioielli d’architettura, arricchiscono l’interesse della cittadina, quella di San Gregorio del 1300, la chiesa intitolata alla Beata Vergine Assunta, la più importante, e ancora, fuori del paese, la chiesetta di Santa Maria Acquas, piccolo santuario, da secoli meta di pellegrinaggi e sede di un’i mportante festa. 
Sardara è famosa per la presenza nel suo territorio delle Terme di Santa Maria Acquas. Le terme, immerse in un bosco di eucalipti che dista appena 2 chilometri dal centro abitato, sfruttano fin da tempi antichi, alcune sorgenti di acque mineralcarbonato-alcaline che sgorgano a temperature vicine ai 60, 70 gradi centigradi. 
A pochi chilometri dal paese sono le Terme di Sardara, moderno complesso curativo, non lontano dal quale rimangono le testimonianze della presenza dell'uomo sin da epoca eneolitica, come il nuraghe Arigau o i resti delle terme romane. 

Sotto l’egida del consorzio Sa Corona Arrubia, il paese ha aderito ad un progetto di sviluppo turistico e si afferma sul mercato anno dopo anno, grazie al mix  dato appunto dal turismo termale e quello archeologico culturale. 
Nel luglio 2005, insieme ad Aggius, Laconi e Gavoi, ha ricevuto la prestigiosa bandiera arancione del Touring Club, destinata alle piccole località dell'entroterra che si distinguono per un'offerta di eccellenza e un'accoglienza di qualità. 

Terra di antichissima frequentazione umana (paleolitico e neolitico), Sardara conserva preziosissime testimonianze del passato. Una tomba della cultura di Bonnannaro del tipo domus de janas venne individuata casualmente nel 1932 nelle colline di Pedralba. Assai ampie la densità di siti nuragici, la più alta di tutta la Marmilla, se ne contano oltre venti: tra i nuraghi complessi ricordiamo quello quadrilobato di Ortu Comidu, i nuraghi Perra, Nuratteddu, Axiurridu, Jana e Arbicci. 

Il paese stesso di Sardara sorge sull’imponente zona sacra di S. Anastasia dove si trova l'omonimo tempio a pozzo, risalente al XIII-XII secolo a.C.. In vari siti sono venute alla luce emergenze fenicio-puniche, ma è all’epoca romana che risalgono le testimonianze più rilevanti, come il centro termale Aquae Neapolitanae (II sec. d.C.), presso il quale sorse un grosso borgo che viene citato col nome di villa "Santa Maria de is Àcuas" nel trattato di pace stipulato nel 1388 fra Eleonora d'Arborea e Giovanni I d'Aragona. 
L'abitato si sviluppò nel periodo giudicale, come dimostra la presenza del castello di Monreale e fece parte della curatoria di Bonorzuli. 

La costruzione del castello, posto in prossimità della linea di confine che divideva il giudicato cagliaritano da quello Arborense, deve farsi risalire a poco dopo l'anno Mille, momento in cui la presenza di elementi politici pisani e genovesi determinò nell'isola una situazione di competitività fra gli stati indigeni di Cagliari, Torres, Gallura e Arborea, nella quale la Sardegna era allora divisa. Come conseguenza di queste tensioni politiche le fortificazioni non vennero più costruite per la difesa dei litorali ma furono rivolte alla salvaguardia dei confini interni e il castello fortificato di Monreale risponde proprio a questa esigenza. 

Dal La Marmora si attinge che nel 1324, Ugone II d'Arborea accampato nei pressi di Pabillonis, affrontò in battaglia i Pisani nel territorio di Sardara e Sanluri, sbaragliandoli sanguinosamente. Nel 1328, dopo la battaglia d'Iglesias, nella quale gli Arborensi gli erano stati alleati, re Alfonso d'Aragona conferma Ugone II, giudice di Arborea, nel possesso di molte fortezze, tra le quali il castello di Sardara. 

Nel 1470 il marchese di Oristano Leonardo Alagon entrò in possesso dell'importante centro strategico sconfiggendo gli Aragonesi ad Uras ma l'occupazione fu di breve durata in quanto 1'Alagon venne battuto nella battaglia di Macomer (1478) e da questa data Sardara passò definitivamente agli Aragonesi, venne compresa nella baronia di Monreale e quindi incorporata nella Contea di Quirra, feudo dei Carroz.


4 Da visitare

Aquae Neapolitanae

Castello di Monreale

Funtana de is dolus

Il museo archeologico Villa Abbas

Paesi nelle vicinanze

Furtei

Tuili

Sanluri

Pompu

Arbus

Albagiara

Da visitare nelle vicinanze

La chiesa della Madonna di Carcaxia

Chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena

Monte Arci

Chiesa Santa Prisca

Madonna delle Grazie

Nuraghe Lussorio