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San Vito (SU)

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Localizzazione

Stato: Italia
Regione: SARDEGNA
Provincia: Sud Sardegna

Territorio

Nome in dialetto: Santuidu
Altitudine: 10.00 m s.l.m.
Superficie: 231.64 km2
Abitanti: 3495

Altre informazioni

Nome Abitanti: Sanvitesi (santuidesus)
Patrono: San Vito il 15 giugno
Prefisso: 070

Contatti

Email Comune: -
Telefono Comune: 070992891

Stemma

Gonfalone

Descrizione

San Vito è ubicato nell’attuale sub regione della Sardegna prospiciente al Mar Tirreno e più precisamente la parte sud-orientale e chiamata “Sarrabus” .
L'unicità e la tipicità della regione del “Sarrabus” per la sua valenza geografica e paesaggistica viene definita come “un isola nell’isola di Sardegna”.
Il “Sarrabus” era abitato fin dall’ epoca preistorica. Infatti è ampiamente documentato, che in San Vito nell’attuale località “ Sa cunserva” o “Nuraxi”, nei pressi della SS. 387 del Gerrei è stato individuato dagli studiosi un insediamento preistorico all’aperto di grande importanza .
Detto insediamento, di cui resistono deboli tracce e di cui non si conosce la reale estensione perché non è stato oggetto di scavo, è stato classificato dagli studiosi risalente al periodo del Neolitico finale (3200- 2800- a.C.) cultura pre-nuragica di “Ozieri”,
Attualmente in dette aree si possono facilmente trovare reperti di ossidiana e frammenti di ceramiche che le attività agrarie portano costantemente alla luce.
In epoca Fenicia, poco distante, in località Santa Maria (nel Comune di Villaputzu) presso l’estuario del “Saeprus Flumen” oggi conosciuto come Fime Flumendosa, su un piccolo promontorio dominante la piana nella riva sinistra, questi stabilirono un insediamento di carattere commerciale fin dal 600 a.c. denominato Sarcapos, Sarcopos, Sarrapos. L’ubicazione geografica induce a ipotizzare l’esistenza di un porto fluviale, che in sardegna avrebbe una corrispondenza con il porto di Bosa sul fiume Temo, e che sarebbe stato scalo di appoggio per le rotte verso l’Etruria. I rinvenimenti della zona su di un rialto a quota 28,00 mt hanno riportato alla luce i resti di un edificio quadrangolare, mentre le ceramiche rinvenute dimostrano il carattere preminentemente commerciale del sito.
Sarcopos era quindi collegata agli altri centri della Costa sud orientale dell’isola , infatti nel ben noto Itinerario di Antonino (Itinerarium Antonini), redatto probabilmente all'epoca dell'imperatore Romano M. Aurelio Antonino - più conosciuto come Caracalla - (211-217 d. C.), che costituisce la fonte antica che presenta il maggior numero di toponimi sardi, Sarcopos è collocata a 20 miglia (circa 30 Km ) da Porticenses (attuale Tertenia) ed a 20 miglia da Ferraria (attuale San Gregorio).
Delle tre forme con cui viene ricordata la mansione Sarcapos, Sarcopos, Sarrapos, va privilegiata l'ultima, per il fatto che corrisponde chiaramente coronimo odierno della odierna subregione del Sárrabus .
Alcuni studiosi vogliono trovare un collegamento del sardo Sárrapos nella divinità egizio-greca Sárapis/Sérapis «Serapide», che il faraone Tolomeo I (305-283 a. C.) era riuscito a diffondere in tutti i paesi del Mediterraneo e che probabilmente ha sostituisto l'antica divinità salutare indigena .
I limiti geografici della regione del Sarrabus e del Gerrei trovano i primi fondamenti storici fin dalla più lontana epoca mediovale, per poi trovare un prima sommaria individuazione geografica verso il 900 D.C. con 4 regni o” giudicati “ sardi.

Allo stato attuale il Sarrabus comprende una vastissima zona della Costa sud-Orientale della Sardegna che comprende anche i Comuni di Burcei e Villasimius.
Per i centri del “Sarrabus” (oggi identificati nei comuni di: Muravera - San Vito - Villaputzu, ma comprendenti altresì Castiadas e Villasimius) il periodo storico deputato a garantire una qualificata e forte veridicità dei dati storici a noi pervenuti e quello che và dal medioevo 1300 sino alla fine del 1800 , quindi un' arco temporale di circa 600 anni.
Le fonti d’indubbia certezza storica sono:
Nell’anno 1297 d.C. il papa Bonifacio VIII istituì ex novo il "Regnum Sardiniae et Corsicae" infeudandolo al sovrano d'Aragona Giacomo II. la conquista territoriale della Sardegna ha inizio però soltanto nel 1323 con lo sbarco dell'esercito Aragonese, comandato dall'infante Alfonso, nel golfo di Palma di Sulcis. L'occupazione del territorio avviene con lentezza, ma capillarmente. Nel 1324 viene conquistata Villa di Chiesa (poi Iglesias) e nel 1326 Cagliari.

A partire da questa data e fino al 1479, anno in cui i sovrani Ferdinando d'Aragona e Isabella di Castiglia costituiscono la Corona di Spagna, l'isola viene gradualmente inserita in un'area culturale, oltre che geografica, diversa dal precedente contesto, caratterizzato dalla contrapposizione fra i giudicati autoctoni e le repubbliche marinare di Pisa e Genova.
L'assetto amministrativo del territorio, che rientrava in un più ampio disegno di ristrutturazione socio-economica, subisce radicali mutamenti, in primo luogo la ripartizione in feudi finalizzati a ricompensare i nobili catalani che avevano partecipato alla conquista. Le grandi città vengono sottoposte all'autorità regia e ricevono gli stessi privilegi di Barcellona.
Il piano è ostacolato dalla resistenza opposta dai feudatari presenti prima della conquista (i Doria e i Malaspina) e dal giudicato di Arborea, unico regno autoctono sardo sopravvissuto fino al 1410.
Si interrompe in tal modo il filo diretto che congiungeva la Sardegna alla penisola italiana e, pur non scomparendo del tutto i prodotti toscani e liguri, le correnti di traffico tra Catalogna e Sardegna determinano il configurarsi di nuovi assetti socio-culturali. Vengono accolti il lessico catalano e le espressioni artistiche, in particolare le formule gotico-catalane che si radicheranno nel gusto isolano tanto da venir riproposte fino al Seicento.
In particolare per il “Sarrabus” con la conquista Aragonese dell’isola, furono concesse in feudo agli Zatrillas, il Gerrei e il Sarrabus a Berengario Carroz che prese il titolo di Conte di Quirra dal nome dell’omonimo castello in Villaputzu.


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