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Pauli Arbarei (SU)

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Localizzazione

Stato: Italia
Regione: SARDEGNA
Provincia: Sud Sardegna

Territorio

Nome in dialetto: Pauli Arbarei
Altitudine: 140.00 m s.l.m.
Superficie: 15.14 km2
Abitanti: 575

Altre informazioni

Nome Abitanti: Paulesi (paulesus)
Patrono: San Vincenzo il 22 gennaio
Prefisso: 070

Contatti

Email Comune: [email protected]
Telefono Comune: 070939039

Stemma

Gonfalone

Descrizione

Il suo paesaggio, tipicamente marmillese, è composto da un’armoniosa alternanza di fertili pianure e di dolci colline. La comunità è dedita prevalentemente al lavoro agricolo, con importanti produzioni di cereali e legumi, e all’allevamento ovi-caprino, dove emergono realtà di eccellenza regionale per la selezione di capi ovini.

Nel tradizionale centro abitato, tra le tipiche costruzioni in pietra locale e ladiri, è stato recentemente realizzato il Museo Etnografico della Donna, suddiviso in due sezioni il museo raccoglie una nutrita collezione di oggetti d’uso, arredi, tessuti, ricami e artigianato artistico – che testimoniano la cultura materiale del paese e del territorio in genere. Nei locali dell’ex Monte Granatico è allestita la mostra Femminas dedicata alle figure femminili della mitilogia Sarda.

Diversi sono gli insediamenti nuragici. Oggetto di una prima attività di indagine e valorizzazione è stato il complesso di Bruncu Mannu, ubicato 203 metri s.l.m., si erge strategicamente sulla pianura sottostante. La sua estensione lascia intuire la presenza di una ragguardevole comunità, costituita sulle importanti vie di accesso alla Giara di Gesturi, a nord, Siddi, a ovest e Villamar col flumini mannu a est. Unitamente ad altri nuraghi, come Su sensu, Passeri e Seneri, e ad una tomba di giganti, hanno restituito bronzi e ceramiche finemente decorate, in parte depositate presso il Museo Archeologico di Cagliari.

Due sono le chiese di Pauli Arbarei. La parrocchiale di S. Vincenzo risale alla metà del secolo XVII. L’interno ha un impianto ad unica navata voltata a botte fiancheggiata da cappelle laterali. Conserva pregevoli opere d’arte come il Crocifisso ligneo secentesco, ben modellato e con dettagli damaschinati in estofado de oro. La Chiesa di S. Agostino risale al 1421, è costituita da una navata centrale e due laterali, coperte a capriate lignee sorrette da archi a tutto sesto. La facciata è arricchita da un portale ogivale incorniciato da colonne e termina con un campaniletto a vela.

Il 22 gennaio si celebra la sagra del patrono S. Vincenzo che culmina con un’usanza che affonda le proprie origini nella notte dei tempi, su fogadoni, cioè il falò. Il 15 maggio si festeggia come in numerosi centri della Sardegna S. Isidoro, protettore dei contadini e degli animali impiegati in passato nei campi. Nei giorni 28 e 29 Agosto, in occasione delle festività di S. Agostino e S. Giovanni Battista, si tiene una delle più antiche Sagre dedicate alla pecora, con pietanze a base di carni e formaggi tipici.
Fondamentale è il legame delle produzioni agricole, pastorali e artigianali con il settore turistico. La ricettività locale si struttura sul tipo più congeniale al turismo ambientale e culturale con antiche locande, agriturismo e B&B.

Le origini e la storia
Frequentato dall’uomo fin dalla preistoria, il territorio del Comune di Pauli Arbarei mostra numerose tracce del suo intenso passato. Del periodo nuragico si contano diversi nuraghi semplici (Mollàrgiu, Bruncu Martinu, Passeri, Seneri, Sa Contissa, Is Argiddas, Domu s’Orcu, Bruncu is Cortis, Su Mutraxu, Bruncu de Pitzus), un nuraghe complesso (Bruncu Mannu), una tomba di giganti ed una probabile fonte sacra (entrambi in località Corti Bacas), e poi allineamenti e strutture varie da ben indagare (Corti Bacas, Bruncu sa Figu, Bruncu sa Gruxi). Il nuraghe Bruncu Mannu sorge sulla cima di una collina non lontano dal paese (m 203 slm), ed è riferibile almeno al Bronzo recente (1200-900 a.C.): è un nuraghe trilobato, con ulteriori torri e un probabile villaggio nelle adiacenze, tutto ancora da scavare. La struttura muraria è realizzata con blocchi lastriformi di marna calcarea disposti a filari regolari. Nell’area sono stati raccolti vari reperti nuragici e anche romani.

Da Roma al Medio Campidano
La continuità insediativa in età romana è riscontrabile pure in altri siti nuragici dell’area (Su Mutraxu, Bruncu sa Figu, Seneri ecc.), riferibili a piccoli insediamenti che hanno restituito frammenti di embrici e cocciame vario, anche in grande quantità. Del resto, la stessa origine del paese è forse da riferirsi al periodo romano. In località Is Làpidas e Santa Maria o Su Cungiau de su Para sono state rinvenute delle sepolture romane, e forse sono necropoli della stessa epoca anche quelle di Pranu Ambrosu, Pranu Lacu e Diego Madau. Nel caso di Santa Maria, le tombe erano a fossa, coperte da lastroni e spesso foderate ai fianchi, con il corredo funebre costituito da anfore, piattelli, lucerne e vari frammenti ceramici.
Nel Medioevo, il Comune di Pauli Arbarei fece parte del giudicato d’Arborea, inserito nella fertile e strategica curatoria di Marmilla. Ed è proprio in questa curadoria che lo troviamo attestato per la prima volta fra i documenti. Nicolao de Serra, maiore ville de Pauli, quindi il “sindaco” della villa, ed altri suoi 9 concittadini, sono infatti tra i firmatari del noto trattato di pace stipulato nel 1388 fra il giudicato d’Arborea e il regno d’Aragona. Dopo la sconfitta di Sanluri del 1409 e la caduta “di fatto” del giudicato arborense nel 1410 con la resa di Oristano, i territori della Marmilla, e il Comune di Pauli Arbarei con questi, furono trasformati in baronia dai vincitori catalano-aragonesi, che costituirono così l’Incontrada di Marmilla.
Nel 1419 essa fu concessa in feudo a Guglielmo Raimondo de Moncada, quindi nel 1454 venduta all’asta a Simone Royg e nello stesso anno da questi a Pietro Besalù, e quindi, dopo alterne vicende, inserita nel 1477 all’interno della vasta contea di Quirra, che divenne marchesato nel 1603.
Il 14 dicembre 1839 il marchesato fu riscattato per la somma di 18.215 lire sarde. A seguito della nuova organizzazione territoriale sardo-piemontese, nel 1821 la comunità del Comune di Pauli Arbarei fu inclusa nella provincia di Oristano. Istituiti i comuni nel 1848, a partire dal 1859 il paese fu inserito nella provincia di Cagliari, circondario della stessa Cagliari, mandamento di Lunamatrona. Il centro rimase comune autonomo fino al 1927, anno in cui fu aggregato all’abitato di Lunamatrona, per riconquistare la sua autonomia amministrativa nel 1950.
Dal 2005 fa parte della nuova provincia del Medio Campidano (VS). Alla storia del Comune di Pauli Arbarei è legata anche quella di un paese oggi scomparso, Sitzamus, sorto a circa un chilometro, sull’altro lato della palude. Presente nei documenti già dal 1346 col nome di Cissalmos, apparteneva anch’esso al giudicato d’Arborea, nella curatoria di Marmilla, e successivamente all’Incontrada di Marmilla. abbandonato alla fine del 1729 a causa di una carestia (ringrazio il prof. Francesco Sonis per la notizia ancora inedita), i suoi abitanti si trasferirono nei vicini paesi del Comune di Pauli Arbarei, Siddi e Ussaramanna.


3 Da visitare

Chiesa di San Vincenzo

Chiesa di Sant' Agostino

Museo della Donna

Paesi nelle vicinanze

Uras

Assolo

Usellus

Ussaramanna

Genoni

Siddi

Da visitare nelle vicinanze

Museo del Pane e panificazione del Civraxu

La Fontana Spagnola

Chiesa di Santa Maria di Valenza

Nuraghe Cuccurada

MudA, museo multimediale del Regno di Arborea

Chiesa di Santa Margherita