Il rinvenimento di Perda Lada s’inserisce nella categoria di monumenti conosciuti col nome di Tombe di Giganti: le costruzioni funerarie caratteristiche della civiltà nuragica (1600-900 a.C.). Si tratta di tombe collettive che potevano contenere un gran numero di inumazioni. Esse si compongono di una lunga camera funeraria che termina solitamente con un abside ed è coperta da lastre di pietra disposte orizzontalmente. L'elemento più spettacolare di questi monumenti è sicuramente la facciata, al centro della quale si trova la stele: una grande lastra di pietra disposta in senso verticale che solitamente termina con una centina, ossia con una cornice rotondeggiante. Ai lati della stele sono disposte, sempre in senso verticale, delle lastre più basse che formano un arco detto esedra.
Nel sud della Sardegna la facciata delle tombe varia rispetto al resto dell’isola: si osserva una fronte completamente in muratura, costruita in tecnica ciclopica (la tecnica usata nella costruzione dei nuraghi), col portello d'ingresso sormontato da un architrave monolitico. Pertanto, il monumento di Perda Lada, risalente ai tempi del Bronzo Medio I (XVI-XV sec. a.C.), rappresenta un’eccezione, ponendosi come una delle tombe a stele centinata più meridionali dell’isola. Osservandola si percepisce l’allineamento di una parete interna della camera, costruita con granito grigio proveniente dal colle di Perdera.