Quella di San Gavino Proto e Giannuario è probabilmente la più antica rispetto alle altre, unica in stile romanico e costruita con mattoni rossi. Si racconta che apparteneva a una famiglia ricca che amava raccogliersi in solitudine per pregare. In questa chiesetta esisteva un polittico con diverse tavole. In una prima tavola c'era raffigurato un Santo aureolato, con in mano un libro e una palma; una seconda tavola, divisa in tre riquadri, portava al centro la deposizione di Cristo nella tomba, da cui uscirà glorioso; a destra due figure aureolate e bendate, piegate in avanti, che aspettano il martirio, a sinistra un Santo con la barba.
C'era pure un'altra tavola con al centro un'iscrizione in lingua sarda che indicava il committente dell'opera: Canonico Carta, della prebenda di Bono, anno 1540. Anche nel pilastrino di una pila in granito per l'acqua santa si trova una data, 1615, che se non era l'ultimo segno di vita, doveva essere qualche cosa di postumo.