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Banari (SS)
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Localizzazione
Territorio
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Stemma
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Descrizione
Il paese di Banari, con una estensione territoriale di 2127 Ha. ed una popolazione di 617 abitanti, è situato in quella parte della provincia di Sassari denominata Meilogu dal nome medievale della curatoria chiamata per la sua centralita’ “Meiulocu” (luogo di mezzo).
Il suo territorio, prevalentemente collinare, ha come estremi i 169 metri della cantoniera di Truncu Nieddu sulla strada provinciale per Ittiri e i 583 di monte Sa Silva al confine con Bessude, è attraversato dal rio Biddighinzu (chiamato anticamente Tamerici) che, con il suo affluente il rio Binza de Sè, alimenta l’omonimo acquedotto.
L’abbondanza di acque, la fertilità dei terreni, situazioni climatiche favorevoli, hanno favorito la presenza di insediamenti umani a partire dal periodo della cosiddetta ”Cultura di Ozieri” (2500 – 2000 a.C.) come ne attestano la presenza i vari nuraghi, domus de janas e coroneddos posti in prevalenza nei pressi del rio Biddighinzu (Su Crapione, Falza, Ziu Juanne).
Le numerose sorgenti ed i due fiumi sono stati considerati elementi caratterizzanti del territorio, tanto da essere inseriti nello Stemma Comunale, approvato con D.P.R. del 21 giugno 1994, ciò mi porta ad affermare che il probabile significato del nome BANARI (nel medioevo VANARI) sia “ANA’ RY = sopra i fiumi.
Nel tempo sono stati proposti vari significati fra i quali:Abitazione dal fenicio BANA e Lanterna dal greco FANARION, quest'ultimo tutt'al più potrebbe essere indicato ai villaggi medievali di Fanari susu e Fanari josso posti nella curatoria di Gippi.
L’esistenza del villaggio in epoca romana è confermata da un manoscritto del rettore Vincenzo Chighine che alla fine dell’800 informava sul ritrovamento, in un terreno posto poco distante dalla parrocchiale di San Lorenzo, di vasi e monete attestanti l’esistenza di una necropoli pagana, nonché oggetti con simbologia cristiana.
Sono però le testimonianze medioevali quelle che ci permettono di avere un quadro relativamente preciso per poter tracciare un profilo storico di questo paese, sia per la sua identità, sia nel contesto politico più generale del passaggio dal periodo giudicale alla dominazione spagnola.
Il primo documento in cui viene citato Banari (Vanari) è la bolla di Papa Onorio II del 7 marzo 1125, con la quale vengono posti sotto tutela pontificia vari possedimenti camaldolesi, fra i quali le chiese di San Lorenzo e San Michele donate da Costantino I de Lacon, giudice di Torres.
Con successiva bolla di Anastasio III del 19 novembre 1154 le due chiese e le loro pertinenze vengono poste sotto la giurisdizione dell’Abbazia della SS. Trinità di Saccargia.
A cura di Costantino GIOLAFoto di Gianni Careddu