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San Vero Milis (OR)

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Localizzazione

Stato: Italia
Regione: SARDEGNA
Provincia: Oristano

Territorio

Nome in dialetto: Santeru
Altitudine: 10.00 m s.l.m.
Superficie: 72.48 km2
Abitanti: 2423

Altre informazioni

Nome Abitanti: Sanveresi (santeresus)
Patrono: Santa Sofia V.M. il 17 giugno
Prefisso: 0783

Contatti

Email Comune: [email protected]
Telefono Comune: 0783460110

Stemma

Gonfalone

Descrizione

Il comune di San Vero Milis è situato nella zona centro-occidentale della Sardegna all'estremo nord della pianura del Campidano e ai piedi del Montiferru. La zona occidentale del comune si estende in gran parte nella penisola del Sinis.

Il territorio è caratterizzato da un'ampia varietà di ecosistemi, dalle campagne al deserto alle alte scogliere. Nell'area interna e nella marina è da segnalare la presenza di diverse zone umide di grande importanza ambientale come gli stagni di Sale 'e Porcus, Is Benas, Pauli Crechi e Pauli Murtas. Queste oasi protette sono frequentate da varie specie di uccelli migratori tra i quali i fenicotteri rosa.

Nel territorio comunale si trova anche una piccola parte della baia di Is Arenas, caratterizzata da una delle più grandi estensioni di pini marittimi della Sardegna.

Il nome San Vero Milis deriva molto probabilmente dalla denominazione originale del centro abitato, San Teodoro (San Teoru in sardo), dovuta alla presenza di una Chiesa dedicata al santo e ubicata con buone probabilità sotto l'attuale Chiesa di Santa Sofia. La trasformazione, avvenuta nel Medioevo avrebbe poi modificato il nome San Teoru in Sancte Eru (San Vero in italiano, traduzione per assonanza effettuata dai piemontesi senza alcuna considerazione per il significato del nome in sardo) del quale troviamo traccia già nel XII secolo nei testi del Condaghe di Santa Maria di Bonarcado.

Milis fu aggiunto in epoca giudicale ad indicare la posizione del Comune nel Campidano di Milis del Regno di Arborea e distinguerlo da un altro Comune omonimo situato nel campidano di Simaxis a cui fu assegnato il nome di San Vero Congius.

La conformazione pianeggiante e la presenza dell'acqua nel territorio del paese hanno consentito sin da tempi remoti lo sviluppo delle coltivazioni e quindi il costituirsi di insediamenti: sono facilmente visibili le testimonianze dell'uomo neolitico (IV-III millennio a.C.) che ha lasciato le tracce di almeno quattro villaggi e tre necropoli a domus de janas, e del periodo nuragico (II-inizi I millennio a.C.), con almeno 30 nuraghi, di cui il più grande, s'Uraki, è alle porte del paese.

In età fenicio-punica e romana il territorio è intensamente occupato con fattorie destinate allo sfruttamento agricolo: quest'area era, infatti, destinata a granaio di Cartagine, prima e di Roma, poi. Ma lo sfruttamento delle risorse riguardava anche altri aspetti, quasi certamente il sale di Sa Salina Manna e la pesca. A Capo mannu era ubicato un porto legato a queste attività: il Koracodes Portus.

Con la fine dell'epoca romana muta il quadro politico ed economico, molti degli insediamenti vengono abbandonati e la gente si riunisce in piccoli centri, alcuni dei quali ancora abitati. Le attività economiche non si basano più sulla monocoltura cerealicola ma, fin adesso, la produzione è più variata: vigne, oliveti, orti, allevamento, peschiere.

In periodo medievale la villa fece parte del giudicato di Arborea, inserita nella curatoria di Parte Milis. Alla caduta del giudicato (1420) entrò a far parte del marchesato di Oristano e successivamente, alla definitiva sconfitta degli arborensi nel 1478, del regno di Sardegna aragonese.

A partire dal medioevo è attestata l'attività delle saline, più tardi quella delle tonnare. Per creare una difesa dalle continue incursioni dal mare saraceni e barbareschi, vennero edificate lungo le coste delle torri di avvistamento.

Sotto gli aragonesi divenne un feudo regio, incorporato nel XVIII secolo nel marchesato d'Arcais, feudo dei Flores Nurra, ai quali fu riscattato nel 1839, con la soppressione del sistema feudale.

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