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Samugheo (OR)
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Stemma
Descrizione
Il nome Samugheo deriva da Sammach, Summugheo, Summucley, Simagleo, San Miguel. Era opinione comune la derivazione di Samugheo dall’antica chiesa di San Michele, in catalano chiamata San Migueu e in castigliano San Miguel, nome che poi corrotto sarebbe diventato quello attuale, questo secondo quanto scrisse l’Angius nel dizionario del Casalis, questa teoria fù ripresa in seguito da Alberto della Marmora e contribuì alla sua diffusione.
Nel 1992 La scrittrice Dolores Turchi, non accontentandosi di rifarsi ad autori precedenti durante il suo lavoro di ricerche sulla comunità samughese per la stesura della monografia “Samugheo” trovò interessantissimi ed importanti documenti. Da questi documenti si esclude completamente l’origine Spagnola del villaggio in quanto ne attestano l’esistenza molto prima del loro arrivo in Sardegna. Viene citato Sumugleo nel testamento di Ugone III nel 1336; poi Sumucley nel 1341, Simagleo nel 1346 e Simocleo nel 1350 (sempre nel R.D.I. Sard.). Nel 1388 il majore de Villa Summungleo con altri 12 rappresentanti della villa vengono inviati all’approvazione della pace stipulata tra il Giudicato di Arborea e gli Aragonesi.
Il territorio fu certamente popolato fin dal neolitico, come testimoniano le domus de janas che lo costellano. La zona abitata sin dal III millennio a.C., come testimoniano le domus de janas e per tutto il periodo nuragico e punico, fu romanizzata per la vicinanza al Forum Traianum (Fordongianus, celebre per le acque termali) come comprovano i ritrovamenti del periodo repubblicano ed imperiale.
Castel Medusa
Altrettanto evidenti le tracce della dominazione bizantina nelle usanze religiose e nei nomi di varie chiese di Samugheo, così come nel suggestivo e leggendario Castello di Medusa, una roccaforte costruita in posizione strategica per sbarrare il passo ai montanari. Il territorio fu inglobato nella curatoria del Mandrolisai facente capo al giudicato di Arborea,che contrastava l’egemonia Aragonese nell’isola; subì il dominio della corona di Aragona e successivamente la colonizzazione spagnola, i cui tratti sono ancora oggi facilmente individuabili nella lingua, nell’architettura e nelle consuetudini.
In passato la comunità samughese si divideva in quattro rioni che singolarmente rappresentavano un microcosmo impegnato a mantenere la “diversità” delle usanze nel lavoro, nei balli e nella forma del pane, ma così contribuendo a conservare le numerose tradizioni di questa località.
Territorio
Il territorio della Brabaxianna, dove è situato Samugheo, è caratterizzato da monti che seppure non particolarmente elevati, sono piuttosto solitari e selvaggi, e una successione di gole, dirupi e imponenti pareti rocciose.
Il territorio si presenta ricco di fresche sorgenti che lo rendono estremamente fertile e rigoglioso. La vegetazione autoctona è costituita da lentisco, leccio, olivastro ed euforbia con la presenza di garofani selvatici. La fauna invece è caratterizzata dalla presenza di volpi, pernici, ghiandaie e cinghiali. Sulle pareti inaccessibili nidificano il piccione, il gheppio e altri falchi, mentre a volte volteggia maestosa persino l’aquila reale. L’altra peculiarità del territorio è rappresentata dalla presenza di un discreto numero di grotte che meritano di essere visitate.Tra le tante grotte possiamo ricordare quella di Sa conca ‘e su Cuaddu nella valle del Riu Settilighe, la Grotta dell’Aquila sul monte de Sa Pala de is Fais (qui vi si accede solo calandosi dall’alto per circa 25 m con funi e scalette) e quelle vicine al Castello di Medusa, come il suggestivo Buco della Chiave con la caratteristica forma a clessidra.
Samugheo appartiene alla sub-regione filo barbaricina del Madrolisai, che assieme al comune di Samugheo comprende anche i comuni di: Sorgòno, Atzara, Ortueri, Dèsulo, Tonara. Il paese è situato quindi nella zona chiamata Mandrolisai, caratterizzata da monti solitari e selvaggi e da una successione di gole, dirupi e imponenti pareti rocciose. Paese di indubbio fascino, sia per le tradizioni che ancora la sua gente conserva, come il carnevale e la lavorazione del pane, sia per gli importanti reperti archeologici.
Il territorio si presenta ricco di fresche sorgenti che lo rendono estremamente fertile e rigoglioso. Boschi di querce, uliveti, vigneti e ampie distese lasciate a pascolo caratterizzano le colline circostanti, dove si muove una ricca fauna costituita da cinghiali, volpi, lepri e conigli.
Samugheo offre molto anche dal punto di vista paesaggistico: il suo territorio è infatti ammantato da una vegetazione folta e ricca che incornicia numerose grotte, meta ideale per gli amanti di speleologia. Tra le tante grotte possiamo ricordare quella di Sa conca ‘e su Cuaddu nella valle del Riu Settilighe, la Grotta dell’Aquila sul monte de Sa Pala de is Fais (qui vi si accede solo calandosi dall’alto per circa 25 m con funi e scalette) e quelle vicine al Castello di Medusa, come il suggestivo Buco della Chiave con la caratteristica forma a clessidra.