Nei pressi di Oristano troviamo un sito di particolare interesse, il pozzo di santa cristina, detto pozzo nuragico o pozzo sacro,in sardegna di questi pozzi nuragici ve ne sono circa una quarantina , ma appunto , il piu’ rappresentativo e’ quello di santa cristina, che prende il nome da un a chiesata costruita li vicino.Esaminiamo il pozzo.Dalla scalinata centrale si accede all’omphalos…qui al centro si raccoglie l’acqua, acqua che secondo le popolazioni preistoriche aveva poteri terapeutici, sembra che la divinita’ delle popolazioni nuragiche dimorasse nell’acqua e sempre qui si svolgessero particolari cerimonie legate sempre all’acqua.
La copertura del pozzo , detta a Tholos, e’ una falsa cupola con un foro sulla sommita’,che aveva varie funzioni…infatti ogni 18 anni e mezzo, cioe’ ogni anno lunare e quando la sua declinazione e’ massima, la luna va ad illuminare una presa luce persona posizionata in una particolare nicchia del pozzo.Ma nn solo, infatti il pozzo era orientato in maniera particolare in modo che durante gli equinozi il sole illuminasse la scalinata e giungesse fino all’acqua.
La funzione del pozzo nn e’ per nulla chiara, alcuni dicono che il pozzo sarebbe un luogo di culto delle acque, pero’ noi possiamo azzardare una ipotesi basata sugli studi sul culto della Luna o dea bianca e dove l’acqua e’ solo il "mezzo". Infatti si potrebbe ipotizzare il pozzo come luogo ove si potevano svolgere culti di fertilita’-purificazione, cioe’ la donna scendeva nel ventre della dea madre terra e li’, in abluzione, riceveva il principio celeste che, appunto ogni 18 anni e mezzo, si ricongiungeva con il principio femminile-terra.
Sicuramente ,dunque , il pozzo era un altro luogo di culto della religione unica, simbolo di unione tra il cielo e la terra e collegata, gia’ che cmq ci troviamo in un periodo abbastanza recente 2000-2500 a.C., al culto Lunare di cui gia’ si stavan perdendo le tracce per lasciar posto al culto unificato della terra-cielo, altro aspetto evoluzionistico del culto lunare..
Il rito che si effettuava in questi pozzi, dunque era molto simile a quello che avevamo identificato come Baphomet e di cui abbiamo parlato in altra sede!
Ma adesso facciamo un’altra osservazione, infatti questi pozzi sacri della sardegna sono molto simili ad altre costruzioni che ritroviamo proprio nell’antico egitto.
Il parallelo fra il pozzo di S. Cristina e quello di Kom Ombo attribuiscono alla stessa idea la costruzione dei due edifici.
È indubbio che la civiltà nuragica sia, fra le civiltà antiche, una delle più misteriose ed ancora quasi sconosciuta. E’ recente il ritrovamento di un nuraghe in Persia . Ma quale fu il ceppo originario, quello che edificò i nuraghe, i pozzi sacri, le tombe dei giganti? Autoctono o venuto dal mare?
In realtà il Nuraghe primitivo ha caratteristiche costruttive e di funzione completamente diverse dal nuraghe complesso, Esempio ne e’il Nuraghe Arrubiu di Orroli.
Piu’ che altro questi nuraghi sembrano piuttosto templi, un luoghi sacri! Della stessa fattura sono i pozzi sacri. Come appunto il pozzo di S. Cristina così ben inserito nel paesaggio di Paulilatino (OR).
Risalendo il corso dei Nilo, dopo svariate tappe tutte estremamente interessanti, si giunge nell’Alto Egitto a Kom Ombo, 165 Km a sud di Luxor (l’antica Tebe). Kom Ombo è situata su di una collinetta che guarda il Nilo in un sito dove il fiume fa un’ampia curva verso ovest. Punto strategico nell’antichità sulla strada dei deserto per la Nubia e l’Etiopia.
Il santuario nuragico di Santa Cristina è un’area archeologica situata nel territorio del comune di Paulilatino facilmente raggiungibile dalla S.S. 131. La località prende il nome dalla chiesa campestre di Santa Cristina che si trova nelle sue vicinanze. Il sito si compone essenzialmente di due parti: la prima, quella più conosciuta e più studiata, è costituita da un pozzo sacro di età nuragica con strutture ad esso annesse: capanna delle riunioni, recinto e altre capanne più piccole. La seconda parte del complesso a circa duecento metri a sud-ovest è costituita da un nuraghe monotorre e da alcune capanne in pietra di forma allungata di incerta datazione ed un villaggio nuragico. Integra il complesso l'area devozionale cristiana della chiesa e le muristenes del novenario dove si celebra la novena in onore della Santa. Il tempio a pozzo Il tempio a pozzo di Santa Cristina (XII sec. A.C.) è uno dei più mirabili esempi di raffinata tecnica edilizia, nel genere cultuale, del periodo nuragico. La struttura nuragica è composta da un vestibolo (dromos), da un vano scala e da una camera ipogeica con copertura a "tholos"; il tutto è circoscritto da una cinta muraria perimetrale (themenos). I paramenti murari del vano scala e del vano ipogeico sono realizzati con conci di basalto alcalino finemente lavorati. Fra i templi a pozzo conosciuti nell′Isola, quello di Santa Cristina può essere sicuramente definito come il più rappresentativo. Attorno al tempio si trovano i resti del villaggio dove si può ammirare, in posizione frontale, la "capanna delle riunioni", dotata di un sedile in pietra dall′andamento circolare. Sagrato Cristiano Poco distante si trova il santuario cristiano che ospita la piccola chiesa campestre di Santa Cristina, edificata in epoca medievale dai monaci Camaldolesi. Intorno alla chiesa si sviluppa il villaggio cristiano con le caratteristiche "muristenes", piccole abitazioni che, ancora oggi, ospitano i pellegrini in occasione delle cosiddette "nuinas"(novene). La seconda domenica di maggio si celebra la festa in onore di Santa Cristina, la quarta domenica di ottobre quella in onore dell′Arcangelo Raffaele. Durante le novene i fedeli alloggiano nelle casette per 9 giorni. Villaggio nuragico A circa m.50 dalla chiesa, attraverso un sentiero, si giunge al nuraghe Santa Cristina, di forma semplice, circolare, monotorre (XVI sec. a.C.). Il nuraghe, attualmente residua in altezza m.6, si presenta con un breve corridoio che introduce nell′ambiente principale, di forma circolare, coperto a cupola (tholos), in cui si aprono tre celle o spazi sussidiari. Attorno al nuraghe insistono i resti di un vasto villaggio di varie epoche dal quale emergono due capanne di forma allungata: una, lunga 14 metri, si presenta integra, l′altra manca della copertura basaltica di lastre orizzontali. Per ulteriori approfondimenti visita il sito della Cooperativa Archeotour.