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Ghilarza (OR)

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Localizzazione

Stato: Italia
Regione: SARDEGNA
Provincia: Oristano

Territorio

Nome in dialetto: Ilàrtzi
Altitudine: 290.00 m s.l.m.
Superficie: 55.46 km2
Abitanti: 4441

Altre informazioni

Nome Abitanti: Ghilarzesi (ilartzesos)
Patrono: San Macario il 19 gennaio
Prefisso: 0785

Contatti

Email Comune: [email protected]
Telefono Comune: 07855610

Stemma

Gonfalone

Descrizione

Ghilarza è un paese situato al centro...tra il sardo del nord della Sardegna, dei pastori e dei cavalieri selvaggi, e il sardo del Campidano, più mite e influenzato dal clima sciroccoso e dalla natura della piana con le coltivazioni di grano, uva e ortaggi...

Ambasciatore Angelino Corrias
(Ghilarza 1903 - Roma 1977)

Ghilarza e Zuri (sua frazione dal 1927) sono situati nel centro Sardegna, nella media valle del Tirso in provincia di Oristano. Il territorio si estende a quota 300 metri s.l.m. per 5.348 ettari - a cavallo delle due direttrici principali che collegano Cagliari a Sassari, Nuoro e Olbia (Strade statali 131 e 131DCN) - e vanta poco meno di 5.000 abitanti.

L'amministrazione comunale tramite l'assessorato al Turismo, nel mese di giugno 2008 ha pubblicato una preziosa guida turistica attraverso la quale ha inteso contribuire alla diffusione della conoscenza del territorio ghilarzese per valorizzarne il patrimonio storico culturale. L'auspicio è che la lettura della guida possa suscitare stimolo ed interesse a visitare Ghilarza.

Consulta la guida turistica.

Storia

Ghilarza e il suo territorio si trovano nel cuore del Guilcer, sulla riva destra del fiume Tirso e del grande lago, contenuti in un grandioso arco di colline. Un terra senza tempo deve ogni secolo ha depositato sedimenti di storia, una storia scritta sulla pietra che rappresenta corpo e anima di questa regione.

Data la sua posizione geografica strategicamente rilevante e il clima salubre, la frequentazione dell'uomo nel territorio risale ad epoche remote: a darne testimonianza è la cospicua presenza di monumenti e resti di epoca prenuragica e nuragica la cui origine è databile a partire dal Neolitico recente, in cui si diffondono le grandi costruzioni nuragiche. Un elemento sicuro e di grande importanza che fa supporre l'esistenza di villaggi organizzati sin dall'epoca della dominazione romana in Sardegna, è dato dalla ''a Karalibus Turrem'' strada romana che attraversando la parte meridionale del territorio del Guilcieri collegava Cagliari a Porto Torres. Dagli scavi condotti tra il XVIII e il XIX secolo, son stati rinvenuti i resti di necropoli risalenti all'età romana. Alla fine dell'Impero romano seguì il dominio bizantino prevalentemente attraverso la presenza monastica soprattutto di Benedettini e Camaldolesi, che oltre ad introdurre il culto religioso dei santi orientali, contribuirono in maniera decisiva all'insegnamento di nuove pratiche agricole e all'importazione di nuove specie di coltivazioni. Queste presenze favorirono nel territorio di Ghilarza la nascita di ben quattro centri religiosi chiamati novenari, quelli di San Raffaele Arcangelo (S. Serafino), San Michele, S. Maria di Trempu e San Giovanni, attorno ai quali furono costruiti appositi alloggi per i fedeli chiamati ''catalessia'' o ''attristente''.

La fine del secolo IX coincise con un periodo di trasformazioni e riorganizzazione civile e politica, il più rilevante, è rappresentato dalla formazione dei Giudicati. La Sardegna era divisa in quattro giudicati i quali presero ciascuno il nome della regione su cui si estesero: Calari, Arborea, Torres (Logudoro), Gallura. Ogni giudicato era a sua volta diviso in curatorie. Le curatorie avevano un'estensione geografica limitata. Queste comunità, prima che amministrative e produttive, costituivano solide entità sociali. A capo vi era il curatore, che, generalmente, risiedeva nel paese più importante e dipendeva dal giudice, per il quale amministrava la giustizia. Nella villa, invece, risiedeva il majore de villa, con funzioni simili a quelle di un'attuale sindaco posto a capo del territorio facente parte del centro abitato. Guilcieri. Dal punto di vista organizzativo la vita civile ed economica era scandita dalle norme della Carta de Logu promulgata dai Giudici di Arborea. I regnanti Catalano-Aragonesi estesero la validità del Codice a tutto il territorio isolano, al fianco dei Pregoni e dei Regolamenti emanati dall'autorità viceregia, ed esso trovò applicazione sino al passaggio dell'isola sotto la dominazione Sabauda nel XVIII secolo.

Tra il ‘500 e il ‘600 la Sardegna visse un periodo di crisi economico-sociale legata alla diffusione di pestilenze ed epidemie che contribuirono a decimarne la popolazione. Tra ‘600 e ‘700 il territorio di Ghilarza seguì le vicende che interessarono il Regno di Sardegna fino ai successivi passaggi dalla dominazione spagnola e austriaca al Regno Sabaudo nel 1720. A tale data seguì un intenso periodo di riforme sociali e amministrative che portò l'isola, nel 1847, alla fusione amministrativa perfetta con i territori di terra ferma della famiglia Savoia, la base della creazione del Regno d'Italia. Con le riforme settecentesche e ottocentesche Ghilarza mantenne il suo status di favore divenendo sede di uno dei 53 Mandamenti in cui fu suddiviso il territorio regionale. Testimonianze dell'importanza storico-culturale di Ghilarza sono conservate presso l'Archivio Storico Comunale, uno dei più interessanti e di grande pregio, nel panorama archivistico regionale. Con la creazione del grande bacino artificiale sul Tirso, le vicende di Ghilarza e Zuri hanno subito vicende diverse e spesso in contrasto fra loro. Mentre Ghilarza ha consolidato il suo ruolo di comune guida per il territorio circostante, Zuri ha perso i suoi terreni migliori, ha subito un pesante spopolamento e da comune autonomo, è diventato frazione di Ghilarza. Nel 1852 fu fondato a Ghilarza il Circolo di lettura, uno dei sodalizi culturali più antichi in Sardegna. Queste associazioni, sorte con finalità di diffusione e crescita culturale trovavano all'epoca loro naturale sede nelle grandi città capoluogo quali Cagliari, Oristano, Sassari e Nuoro, luoghi di ritrovo per notabili, letterati e artisti. Allo stesso modo la Società Operaia di Mutuo Soccorso nata nella seconda metà del XIX secolo come associazione degli artigiani locali: una delle prime sorte in Sardegna in un periodo di profonda crisi economico-sociale, testimonia la centralità di Ghilarza e Zuri, rispetto al panorama isolano.

L'importanza culturale di Ghilarza, oltre alle testimonianze materiali di civiltà il cui valore è unanimemente riconosciuto, è confermata dalla folta schiera di personaggi illustri che per nascita, per contatti e per vicende personali e familiari hanno dato lustro alla vita civile, religiosa e politica della Sardegna nel mondo. Tra essi Antonio Gramsci; l'Ambasciatore Angelino Corrias; il Canonico Michele Licheri; Padre Giovanni Soggiu; l'avvocato Piero Soggiu, la signora Rosa Sanna Delogu, fondatrice dell'orfanotrofio femminile e il cui nome è legato all'opera dell'Istituto Cottolengo; il Professore Giuseppe Brotzu, Giampietro Delogu, a cui si deve la nascita dell'Ospedale civile del paese, sino al noto, anche al pubblico televisivo, magistrato Santi Licheri. La vivacità culturale di Ghilarza è testimoniata anche dal ricco calendario di eventi che hanno luogo durante l'anno, tra questi: il Mese della Cultura, dal 1977 la finestra culturale del territorio ghilarzese che vede la partecipazione di studiosi, artisti e letterati di fama nazionale e internazionale; di particolare interesse e suggestione per gli appassionati della storia e delle tradizioni umane sono inoltre gli incontri organizzati dai due gruppi folk presenti e attivissimi nel territorio di Ghilarza e Zuri: Gli incontri di musica popolare a cura del Gruppo Folk Onnigaza, e Ballu sardu e Amistade organizzato dal Gruppo Folk Su Carruzu. Gli stessi gruppi folkoristici in collaborazione con la Pro Loco di Ghilarza mantengono viva la sfilata carnascialesca del Su Carruzu a s'antiga che ogni anno apre le manifestazioni del Carnevale ghilarzese. Anche la cultura per lo sport trova nel territorio di Ghilarza luogo ideale di crescita. Sono vive e attive numerose associazioni sportive che si occupano da decenni di trasmettere e mantenere viva una sana pratica sportiva.

Territorio

Il territorio di Ghilarza è geologicamente compreso nell'altipiano basaltico di Abbasanta, le cui origini risalgono a circa 4 milioni di anni fa, e confina a Nord-Ovest con il Marghine, a Nord-Est con la Barbagia di Ollolai, a Ovest con il Montiferru, a Est con il Barigadu e a Sud con il Campidano di Oristano.
L'area è attraversata da svariati torrenti e piccoli corsi d'acqua, appartenenti al bacino idrografico del fiume Tirso, il più grande della Sardegna, e si affaccia, con un'incantevole e suggestiva veduta, sulla sponda destra del Lago Omodeo.

Ghilarza è caratterizzata da un clima mite e temperato, favorito dalle catene montuose dalle quali è protetta, rispetto alla forza dei venti di maestrale che soffiano costantemente sull'isola, e dalla sua altitudine sul livello del mare. Ad essi si aggiunge l'azione mitigatrice del lago artificiale, elementi che favoriscono un'ottima vivibilità durante tutto il corso dell'anno, limitando a poche giornate durante l'inverno temperature prossime allo 0°. Nonostante la presenza dell'uomo sin da tempi remoti, si conservano ampi spazi incontaminati, ricchi di specie vegetali e faunistiche endemiche del sistema sardo-corso. Chi si inoltra nelle campagne di Ghilarza si immerge in un ambiente caratterizzato dalla macchia mediterranea: mirto, lentisco e corbezzolo accompagnati da olivi e olivastro, perastro, leccio e sugherete che in certe zone, soprattutto in prossimità dello specchio lacustre, assumono l'aspetto di veri e propri boschi. In primavera e in autunno è ancora possibile trovare i frutti spontanei del sottobosco come l'antunna, i cardi e i prelibati asparagi selvatici, che uniti alle produzioni agricole e dell'allevamento, ancora caratterizzanti l'economica locale, sono alla base della cucina tipica tradizionale.

Numerose le specie animali che popolano il territorio. In prossimità del lago, tra le numerose varietà di rettili e anfibi è ancora possibile scorgere l'euprotto o tritone sardo (noto anche come gongillus), ormai in via di estinzione; il discoglosso sardo, un mix tra il rospo e la rana; la raganella sarda; la tartaruga comune (in dialetto locale tostoinu). Anche l'avifauna è ben rappresentata: è abbastanza comune imbattersi nell'elegante volteggiare del gheppio, rapace principe di tutto il territorio regionale, oltre a pernici, quaglie, passeri e rondini. Tra i mammiferi sono diffusi in tutto il territorio l'endemica lepre sarda, il coniglio selvatico, il cinghiale sardo, le piccola volpe sarda e altri piccoli predatori, come la donnola e il furetto. Capita sovente di incontrare i simpatici ricci anche nelle periferie dei centri abitati.


Foto di Gianni Careddu

16 Da visitare

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La Casa Museo Gramsci

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