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Busachi (OR)
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Descrizione
Busachi è un gioiello di trachite rosa. Il suo territorio, abitato sin dal neolitico, è ricco di testimonianze e insediamenti risalenti a epoche nuragica, punica e romana.
Ebbe lo sviluppo più importante durante il medioevo quando, compreso nel Giudicato di Arborea, divenne il capoluogo della curatoria del Barigadu e crebbe intorno a tre rioni che costituiscono l'attuale centro storico, rispettivamente, dal più antico al più recente: Busache 'e susu, Busache 'e josso e Campu Maiore.
È oggi un piccolo ed accogliente borgo di circa 1300 abitanti, adagiato su un pendio ad anfiteatro, dal quale lo sguardo si apre verso la valle del Tirso e le colline del Montiferru.
Busachi è un centro dalle origini antiche. Sono numerose le testimonianze della presenza di 70 domus de janas risalenti al Neolitico passando per i ponti sul Tirso edificati dai romani sino ad arrivare al medioevo.
Nel giudicato d'Arborea Busachi fu capoluogo della curatoria del Barigadu, che, nel 1520, fu diviso in Barigadu 'e susu e Barigadu 'e iosso dallo stesso imperatore Carlo V.
Barigadu 'e iosso passò alla famiglia di Don Nicolò Torresani, conte di Sedilo e marchese di Busachi. Questo vi eresse una chiesa in onore della Beata Vergine delle Grazie detta Collegiu e, contemporaneamente, la chiesa di San Domenico detta Cunventu.
Busachi entrò a far parte del marchesato posseduto da Donna Stefanina Ledà e, con l'editto del 4 maggio 1807, divenne una delle quindici provincie sarde.
L'origine del suo nome non è chiara, tra le varie ipotesi si annovera la relazione del nome con i buoi ampiamente utilizzati nella lavorazione del lino e dei cereali (grano e orzo) anticamente coltivati. Un'altra ipotesi lo fa derivare da Baxus o Buxaceus, cioè ''bosso'' o ''pisga'' (collina o ciglione) in ragione della sua posizione geografica.
Il suo centro urbano può essere definito unico, case e piccoli palazzi sono stati costruiti in parte o in toto con l'utilizzo della trachite locale dal caratteristico colore rosso-rosato che, in particolari ore della giornata, assume luminosità intense e rare.
Foto di Gianni Careddu