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Localizzazione

Stato: Italia
Regione: SARDEGNA
Provincia: Nuoro

Territorio

Nome in dialetto: Lùvula, Lùgula
Altitudine: 521.00 m s.l.m.
Superficie: 148.72 km2
Abitanti: 1288

Altre informazioni

Nome Abitanti: Lulesi (luvulesos, lugulesos)
Patrono: Santa Maria Assunta il 15 agosto
Prefisso: 0784

Contatti

Email Comune: [email protected]
Telefono Comune: 0784 417900

Stemma

Descrizione

Lula è un Comune della provincia di Nuoro, situato a 521 metri sul livello del mare e dista circa 35 km dal suo capoluogo di provincia (Nuoro). Attualmente vi abitano 1582 persone distribuite in 665 famiglie anagrafiche.

È situata alle pendici del versante occidentale della catena calcarea del Mont'Albo, proprio sotto le sue due cime maggiori: Punta Catirina e Turuddò, per uno strano caso della natura, equivalenti nella loro altezza (1127 m.). Su Monte, com'è chiamato dai lulesi, negli anni '90 del secolo scorso è stato dichiarato dall'Unione Europea SIC (Sito di Interesse Comunitario), in virtù del fatto che la singolarità della quasi totale assenza di viabilità motorizzata e la scarsa antropizzazione hanno permesso la conservazione quasi incontaminata della natura, consentendogli di custodire circa un terzo degli endemismi vegetali della Sardegna oltre a numerose specie endemiche animali tra cui il 'fossile vivente' conosciuto con il nome di GEOTRITONE DI MONT'ALBO (Speleomantes Flavus).

LA STORIA

La massiccia presenza delle testimonianze di primitive attività antropiche sparse in tutto il territorio, dimostrano con assoluta certezza la presenza dell'uomo sin dai tempi arcaici del neolitico. Particolarmente significativi i ritrovamenti nelle cavità carsiche di Conca de Omines Agrestes e di Conca de Crapas nella montagna, oltre che le numerosissime domus de janas. La circostanza è probabilmente giustificata dalla spiccata propensione del sottosuolo allo sfruttamento dei giaci-menti minerari di blenda (zinco) e di galena (piombo argentifero).
È la presenza di concheddas (nome locale delle domus de janas) vicino ai siti minerari di Sos Enatos, a far supporre appunto l'esistenza delle attività estrattive sin dai tempi più remoti.

Archeologia

A Lula esistono inoltre diverse testimonianze appartenenti al periodo nuragico ed a questo di poco precedente. Si trovano infatti diversi siti tra cui:

  • il villaggio nuragico di Punta Casteddu nell'estremo versante sud del Mont'Albo;
  • un nuraghe cosiddetto a corridoio sito in località Pretichinosu risalente al periodo precedente all'età del bronzo;
  • un quadrilobato in località Colovros;
  • il particolarissimo nuraghe di Litu Ertiches anch'esso nel Mont'Albo, completamente costruito con massi di pietra calcarea;
  • altri insediamenti quali quello di Santu Marcu, di S'Aliterraglia, ecc.;
  • si trovano anche diverse tombe di giganti dislocate in diversi punti del territorio comunale.

Prima dell'intervento distruttivo da parte dei tombaroli nei primi anni del '90, si trovava pure, in località Untana 'e Deus, quello che era considerato un esempio quasi unico di luogo-tempio per il culto dell'acqua.

Purtroppo, probabilmente a causa del-la scarsità di interventi economici da parte degli enti preposti, tutti questi monumenti non hanno, nel tempo, subito interventi di recupero e pertanto, attualmente, non risultano essere visitabili.

Miniere

Discorso a parte va indirizzato ai monumenti di archeologia industriale. Lula infatti ha un passato minerario legato allo sfruttamento delle miniere di Sos Enathos, Gusurra, S'Arghentarìa e Nurai. Tali siti, dedicati alle coltivazioni estrattive sin dai tempi più remoti, hanno avuto dei picchi di lavorazione nel periodo della dominazione romana e successivamente nel secolo XIX°. Hanno poi subito una sospensione nel periodo dei due conflitti mondiali per poi essere riattivate nei primi anni 50 del novecento e quindi dismesse definitivamente alla fine degli anni ‘90.

La storia di queste miniere è inoltre legata alle importanti lotte per la conquista dei diritti dei lavoratori. Nell'aprile del 1899 iniziò proprio in questo luogo quello che è ritenuto il primo sciopero d'Italia, finito tragicamente alcuni anni dopo nelle miniere di Bugerru, centro minerario della Sardegna sud occidentale. Questi siti so-no stati riconosciuti dall'UNESCO Patrimonio dell'Umanità e fanno attualmente parte dei percorsi del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna.


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