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Gadoni (NU)
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Localizzazione
Stato: Italia
Regione: SARDEGNA
Provincia: Nuoro
Territorio
Nome in dialetto: Adòni
Altitudine: 696.00 m s.l.m.
Superficie: 43.44 km2
Abitanti: 723
Altre informazioni
Nome Abitanti: Gadonèsi (adonesus)
Patrono: Beata Vergine Assunta il 15 agosto
Prefisso: 0784
Stemma
Descrizione
Il Comune di Gadoni è situato ad un'altezza di 700 metri sul livello del mare ed appartiene alla Comunità Montana Gennargentu - Mandrolisai. Domina dall'alto il lungo solco del fiume Flumendosa che segna i confini orientali del territorio.
Gadoni ha un territorio che si estende per 4350 ettari, straordinariamente interessanti dal punto di vista paesaggistico e ambientale. Da sempre segnata da una radicata tradizione agricola e pastorale, la regione si distingue soprattutto per la presenza delle antiche miniere di rame che la rendono unica rispetto alla fisionomia storica ed economica di questa zona della Sardegna.
Gadoni apparteneva a una di quelle regioni montagnose abitata da popolazioni difficilmente controllabili, che i Romani chiamavano con il nome di Barbaria, divisa in Barbagia di Seulo, di Belvì e di Ollolai.
Con i Galilensi si riunivano i fieri montanari delle due prime Barbagia e insieme esercitavano violente scorrerie nei territori ricchi e coltivati, prossime alle città romanizzate del piano. Se ne ha conferma in un documento importantissimo dell'Imperatore Ottone, dell'anno 69 d.c. Nella tavola di bronzo rinvenuta nel territorio di Esterzili, fra il Sarcidano e la Barbagia di Seulo, ora conservata nel Museo archeologico di Sassari, è riportato il decreto del magistrato Romano, il pro console L. Elvio Agrippa, il quale impose solennemente agli abitanti della montagna, specie ai galilensi, di ritirarsi dal territorio che essi avevano invaso. Delle loro antiche abitazioni possiamo trovare testimonianza nei ruderi ancora sparsi intorno a Gadoni e denominati Bidonì, Biddiscana, Olzai e specialmente Bidda Arisone col suo ricco materiale archeologico di stovigli, di armi, anelli di macine a mano e pezzi di ferro lavorato.
Gadoni ha un territorio che si estende per 4350 ettari, straordinariamente interessanti dal punto di vista paesaggistico e ambientale. Da sempre segnata da una radicata tradizione agricola e pastorale, la regione si distingue soprattutto per la presenza delle antiche miniere di rame che la rendono unica rispetto alla fisionomia storica ed economica di questa zona della Sardegna.
Gadoni apparteneva a una di quelle regioni montagnose abitata da popolazioni difficilmente controllabili, che i Romani chiamavano con il nome di Barbaria, divisa in Barbagia di Seulo, di Belvì e di Ollolai.
Con i Galilensi si riunivano i fieri montanari delle due prime Barbagia e insieme esercitavano violente scorrerie nei territori ricchi e coltivati, prossime alle città romanizzate del piano. Se ne ha conferma in un documento importantissimo dell'Imperatore Ottone, dell'anno 69 d.c. Nella tavola di bronzo rinvenuta nel territorio di Esterzili, fra il Sarcidano e la Barbagia di Seulo, ora conservata nel Museo archeologico di Sassari, è riportato il decreto del magistrato Romano, il pro console L. Elvio Agrippa, il quale impose solennemente agli abitanti della montagna, specie ai galilensi, di ritirarsi dal territorio che essi avevano invaso. Delle loro antiche abitazioni possiamo trovare testimonianza nei ruderi ancora sparsi intorno a Gadoni e denominati Bidonì, Biddiscana, Olzai e specialmente Bidda Arisone col suo ricco materiale archeologico di stovigli, di armi, anelli di macine a mano e pezzi di ferro lavorato.